IL CASO MURA, UN FILM GIA’ VISTO
Articolo di Claudia Zuncheddu pubblicato si l’Unione Sarda del 31-7-2018
Il caso del deputato Andrea Mura del M5S, eletto in Sardegna ed oggi espulso per salvare la faccia al gruppo dirigente del Movimento, merita una riflessione che va oltre la reazione più o meno di parte sull’assenteismo nelle istituzioni.
Il problema non è solamente dell’onorevole che usufruisce di indubbi benefici e privilegi, ma investe le responsabilità di una classe politica e del governo a trazione Lega-M5S, forse poco interessato a cambiare le regole del gioco della Politica.
Ancora una volta prevale il Pensiero di Tomasi da Lampedusa… cambiare tutto per non cambiare niente.
La politica del governo del cambiamento, oltre la propaganda, non ha interessato sino ad oggi i dirigenti del M5S e della Lega, e ancor meno quelli degli altri partiti. Il caso Mura è in sintonia con i tempi e con i livelli morali, culturali e politici di chi all’assalto alla diligenza della cosa pubblica, vuole partecipare ed usufruirne.
E’ segno dei tempi la dichiarazione dell’on.le Mura secondo cui il ruolo di deputato potrebbe svolgersi anche in barca a vela. Ma una cosa è lo sport della vela con tutto il suo mondo, altra cosa è assolvere ai compiti dell’eletto nelle sedi parlamentari. E’ la solita offesa all’intelligenza dei sardi che ancora una volta hanno votato in massa per un sogno di cambiamento che arriva d’oltre Tirreno.
Mura ha svelato il nuovo volto del vecchio sistema che pur di non morire si tinge di qualsiasi colore e si orna di stelle. Il lupo vestito d’agnello è la favola meglio interpretata nel mondo politico.
Il caso del M5S, a ridosso delle elezioni Regionali, può essere un campanello d’allarme per i sardi. Le esternazioni e le ricette di Di Maio & C. con in coda alcuni esponenti sardi che possono parlare, sono rituali come lo è l’espulsione.
Per i numerosi “casi Mura”, oltre la demagogia, basterebbe introdurre una piccola regola: decurtare dallo stipendio le assenze ingiustificate dei parlamentari. Questa ricetta per stroncare l’assenteismo nelle attività consiliari, è stata adottata con successo nella scorsa legislatura dal Consiglio della Regione Sardegna, così come sotto la pressione di proposte di Legge e degli scandali sull’uso dei fondi ai Gruppi si fecero per la prima volta nella storia i tagli a partire dagli stipendi dei consiglieri.
Il fenomeno dell’assenteismo è sistemico e torna utile alla demagogia dei vecchi e dei new entry nelle istituzioni. Ancora una volta Tomasi da Lampedusa la dice lunga.
Esiste un’altra forma di assenteismo politico: quella di essere fisicamente presenti ma ininfluenti sulla determinazione di leggi e regole che presiedono alla risoluzione dei problemi dei cittadini.
Tutto è funzionale ai partiti che privilegiano le decisioni di pochi e che impongono agli eletti di votare spesso senza consapevolezza. E’ una forma subdola di assenteismo ancora più insidiosa di quella conclamata.
Su quest’onda è anche il caso dei rappresentanti della Sardegna nel Parlamento europeo. Si è sempre detto che la Sardegna non contasse a Bruxelles perché priva di rappresentanze. Oggi vanta tre europarlamentari: uno di centro destra, uno di centro sinistra ed una del M5S, ma a tutt’oggi noi sardi siamo all’oscuro dell’operato dei nostri rappresentanti in Europa per la risoluzione dei problemi della nostra Terra. I loro nomi sono rimbalzati sui media solo per fatti giudiziari per qualcuno e per l’assenza fisica e politica per altri.
Il sistema politico istituzionale, lottizzato e pervaso dalla corruzione, si apprua con i suoi colori e le sue stelle, mentre a noi sardi resta solo il triste spettacolo dell’assalto alla diligenza. Il velista Mura, divenuto elemento di distrazione di massa, è solo un protagonista del solito film.
Claudia Zuncheddu – SardignaLibera
articolo Unione Sarda del 31-7-2018
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