Troppo alti per i Sardi i costi della Politica
Consiglio Regionale della Sadergna
XIV Legislatura
Propostadi Legge 206
presentata dalla Consigliera regionale
Claudia Zuncheddu
Su
Norme per la riduzione dei costi della politica
RELAZIONE DEL PROPONENTE
E’ in atto da tempo in Italia e nella nostra Isola un atteggiamento di crescente distacco e sempre più accentuata critica nei confronti della classe politica, senza distinzioni di sorta, avvertita come un ceto distaccato dal resto della società, incapace di affrontare con la giusta consapevolezza e la necessaria competenza i gravi problemi, economici, sociali e morali che attanagliano la vita stessa dei cittadini e di dare soluzioni reali ed eque.
Tale fenomeno è oggi accentuato dal momento che viviamo, caratterizzato in senso negativo dagli effetti della crisi economica mondiale, cui il governo italiano non ha saputo dare risposte adeguate in termini di difesa dell’economia e dei livelli di occupazione e si è invece limitato all’adozione di misure, peraltro inefficaci, di contenimento del disavanzo dei conti pubblici, attraverso tagli odiosi e indiscriminati alla spesa sociale, la riduzione della qualità dei servizi e la sottrazione di risorse dovute alle Regioni ed agli Enti locali, in larga parte destinate, anch’esse, alla conservazione ed allo sviluppo della rete sociale affidata agli organi rappresentativi delle comunità regionali e locali.
La nostra Isola vive con particolare drammaticità le conseguenze della crisi mondiale e italiana e delle deficienze del Governo, a causa delle sue storiche arretratezze, ma anche di un Governo della Sardegna incapace di fronteggiare la crisi e di contrapporsi con dignità e orgoglio ai tagli operati dallo Stato italiano anche sulle risorse economiche dovute per legge ai Sardi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: crescono la disoccupazione, la povertà e il disagio sociale; le imprese e le famiglie sono ormai allo stremo.
In tale contesto, la crisi e la critica dei cittadini verso il “ceto politico” non possono non investire, giustamente, anche il trattamento economico dei rappresentanti delle istituzioni, avvertito come un privilegio tanto più ingiustificato in un momento di sacrifici generalizzati, particolarmente gravosi per le classi sociali meno agiate.
Non si vogliono, qui, mettere in discussione le ragioni storiche che hanno portato il nostro ordinamento democratico e antifascista a riconoscere come legittimo ed addirittura doveroso il riconoscimento di un’indennità ai rappresentanti dei cittadini nelle assemblee legislative, parlamentari e regionali, a garanzia della loro indipendenza materiale e morale.
Si impone però, da parte del Consiglio regionale della Sardegna, un gesto di responsabilità nei confronti dei cittadini, attraverso un intervento legislativo volto a ridimensionare e a “moralizzare” il trattamento economico dei consiglieri e quindi riequilibrare e contemperare i due valori: da un lato la garanzia del libero svolgimento del mandato, dall’altro il contenimento dei costi della politica e della spesa pubblica in generale.
Questa proposta di legge intende avviare un processo dando un segnale, non solo formale, che i tempi sono cambiati, che si intende fare sul serio e che anche l’attività dei Consiglieri regionali deve sottostare ai limiti e ai vincoli della legge. In particolare, si rende necessario l’emanazione di norme volte ad introdurre un contenimento dei compensi dei consiglieri regionali. Inoltre, ogni consigliere regionale dovrebbe stilare e rendere pubblico un rendiconto trimestrale di spesa per far capire ai cittadini come utilizza il denaro di cui dispone, quindi un nuovo sistema di democrazia diretta, incentrato sul controllo diffuso da parte degli elettori.
L’indennità va fissata per legge nella sua interezza, senza distinzione tra indennità e diaria, con la pubblica discussione e con la dovuta considerazione dei pesi complessivi e del sacrificio che questa attività, quando è fedelmente esplicata, indubbiamente comporta.
Con la presente proposta di legge si intende contribuire a ridurre i costi della rappresentanza politica e a limitare le spese del Consiglio regionale a quelle strettamente necessarie, accrescendo, al contempo, la trasparenza e la responsabilità dell’agire amministrativo, con la finalità ultima di rafforzare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.
In particolare, attraverso la presente proposta di legge i compensi dei membri del Consiglio subiscono una riduzione di circa il 50 %. La norma ora vigente prevede che sia indennità spettante ai consiglieri sia il rimborso delle spese di segreteria e di rappresentanza dei medesimi venga determinata in misura non inferiore all’80 % di quella spettante ai membri del parlamento; questa proposta determina la stessa percentuale nella misura del 40 % e prevede inoltre che la misura complessiva mensile di dette indennità non possa superare il ventiquattresimo delle corrispondenti indennità annue spettanti al Presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparati, così garantendo tale limite massimo in caso di aumento dell’indennità in favore dei parlamentari.
La proposta prevede inoltre forme di trasparenza e controllo della spesa dei singoli membri e dei gruppi anch’esse nel segno della volontà di ridimensionare e moralizzare i costi della politica regionale.
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