Sulle elezioni in Catalogna
In Catalogna il 21 dicembre la volontà popolare ha ribadito la sua fiducia alla coalizione indipendentista formata da partiti conservatori-centristi e da partiti di sinistra e marxisti. Questo voto ha sconfessato il golpe anti-indipendentista promosso da Juan Carlos e Rajoy con il sostegno della finanza internazionale e dell’UE.
Il piano Rajoy di imprigionare i leader indipendentisti, costringerli all’esilio ed erodere il loro consenso elettorale è miseramente fallito. La coalizione indipendentista anche se non ha raggiunto il 51% dei suffragi elettorali ha nel Parlamento catalano la maggioranza dei seggi sufficienti per governare.
Auspichiamo che a Madrid prevalga il senso della Politica e della Democrazia, che si liberino i prigionieri politici indipendentisti, fra cui alcuni eletti anche per il parlamento catalano e si permetta a Puigdemont di rientrare, di reinsediarsi alla Presidenza della Generalitat e di continuare a portare avanti il processo indipendentista.
Ci auguriamo che tutti i governi degli Stati Membri europei prendano atto del pronunciamento democratico del popolo catalano, voluto espressamente da Rajoy e tolgano ogni veto alle iniziative politiche del futuro governo indipendentista.
Auspichiamo che il governo della Regione Autonoma della Sardegna, come ha già fatto a suo tempo, manifesti ancora una volta la propria soddisfazione per questo pronunciamento democratico a favore dei partiti indipendentisti e che usi la propria influenza presso il governo italiano per agevolare i processi di distensione tra Madrid e la Catalogna.
La liberazione dei prigionieri politici ed il rientro degli esiliati è il primo passo da cui non si può prescindere.
E’ inaccettabile che un processo di identità e di indipendenza nazionale: espressione di una forte volontà popolare, possa essere ricattato e/o bloccato da leggi franchiste-fasciste, come quelle della Costituzione spagnola del 1979. Per tali ragioni si denuncia l’ipocrisia e la connivenza degli Stati e delle istituzioni internazionali come l’UE che in nome del profitto, degli interessi delle banche e delle multinazionali rinnegano quei diritti dei popoli che loro stessi hanno contemplato nelle proprie costituzioni e principi fondanti.
Non si può parlare di diritto inalienabile all’autodeterminazione quando poi, come nel caso dell’UE, i fatti catalani vengono considerati questioni interne alla Spagna e si solidarizza con il governo di Madrid retto, “per caso”, dalla stessa maggioranza del Parlamento europeo: Popolari e Centristi con l’appoggio-astensione dei socialisti con il silenzio di tutte le altre formazioni politiche progressiste presenti.
Sardigna Libera all’interno del dibattito sulla situazione indipendentista e nazionalitaria catalana, guarda con maggiore interesse a tutti quei temi ambientali, di giustizia ed equità sociale, di difesa dei diritti che storicamente si rifanno ai valori progressisti e internazionalisti.
Sardigna Libera quindi privilegia il dialogo con le forze indipendentiste progressiste, libertarie e di sinistra rispetto a quelle centriste e conservatrici.
Claudia Zuncheddu – SardignaLibera
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