No al Radar di Capo Sperone
Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sull’installazione di un radar ad altissima frequenza nell’area di Capo Sperone nell’Isola di Sant’Antioco.
Premesso che:
– a Capo Sperone, nell’Isola di Sant’Antioco, la località Su Semafuru, una ex postazione militare della seconda guerra mondiale, dismessa a fine anni 50, che per sua vocazione potrebbe essere trasformata in struttura turistica unica per il paesaggio, rischia di essere la sede di una installazione radar, con un traliccio alto 36 metri che sicuramente deturperà il paesaggio di questa parte di Sardegna, già considerata zona protetta;
– il radar ad altissima frequenza sprigiona onde elettromagnetiche che sicuramente non sono controllate e controllabili, in quanto sito militare ceduto in comodato d’uso dalla Regione alla Guardia di finanza; sicuramente il potente fascio di onde elettromagnetiche emesse dal radar potrebbe avere ripercussioni negative sull’ecosistema di una vasta area sensibile del sud dell’Isola e probabilmente le onde possono essere pericolose e nocive per la salute delle popolazioni residenti;
– la posizione naturale del sito, con annessi fabbricati risalenti in parte alla seconda metà dell’800 e l’irripetibile valore naturalistico-ambientale, lo rendono pregevole per un insediamento a carattere turistico, già ipotizzato come possibile “museo del mare” in seguito ad interlocuzioni intercorse fra Regione Sardegna e Comune di Sant’Antioco,
Tutto ciò premesso,
si chiede di interrogare l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente, l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, l’Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e il Presidente della Regione per sapere:
1) quali siano stati i criteri che hanno consentito che una zona vincolata dal punto di vista paesaggistico (PPR – Ambito di paesaggio n. 6, Carbonia ed Isole Sulcitane) e su cui insistono fabbricati aventi oltre 50 anni e come tali con vincolo storico, culturale e architettonico, sia stata ceduta in comodato alla Guardia di finanza per l’installazione di una stazione radar, per il controllo di una parte del Mediterraneo;
2) se sia stato monitorato il progetto costruzione del radar e siano state verificate le emissioni elettromagnetiche, in relazione alla salute dell’ecosistema e delle popolazioni residenti;
3) quali siano stati i risultati acquisiti preliminarmente anche in fase di progetto, e quali siano le risultanze finali dedotte dagli enti preposti al monitoraggio e al controllo della salute ambientale e delle persone;
4) se gli enti locali e le popolazioni residenti nelle zone limitrofe siano state interpellate su questo progetto e quale sia stata la loro risposta, visti anche i progetti già esistenti per la valorizzazione del sito e l’opposizione delle associazioni ambientalistiche, riportati dalla stampa sarda.
Cagliari, 1° aprile 2011
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