E’ venuto a mancare Stefano Rodotà
…un intellettuale democratico e progressista, difensore dei diritti negati e dei più deboli, professore universitario e studioso dei beni comuni, un uomo controcorrente nel denunciare le malefatte dei partiti politici che occupano le istituzioni. Un intellettuale scomodo per i padroni del potere. Rodotà è stato sino a pochi mesi fa uno dei promotori del NO alla riforma della Costituzione italiana, voluta dal governo Renzi, in continuità con il berlusconismo e i poteri forti internazionali.
Se nell’aprile di quattro anni fa, fosse stato eletto Presidente della Repubblica italiana, la storia di questi ultimi anni sarebbe stata sicuramente diversa, nel segno di una reale democrazia e partecipazione popolare.
Il suo Pensiero universale sulla libertà e sui diritti ci mancherà ma non cadrà nell’oblio.
Di Rodotà, garante dei diritti dei cittadini, riportiamo alcune sue riflessioni sulla rete internet e la democrazia:
“…tutti e ciascuno acquistano la possibilità di prendere la parola, acquisire conoscenze, creare idee e non solo informazioni, esercitare il diritto di critica, discutere, partecipare alla vita pubblica, costruendo così una società diversa, nella quale ciascuno può rivendicare il suo diritto ad essere egualmente cittadino. Ma questo diviene più difficile, se non impossibile, se la conoscenza viene recintata, affidata alla pura logica del mercato, imprigionata da meccanismi di esclusione che ne disconoscono la vera natura e così mortificano una ascesa che ha fatto della conoscenza in Rete il più evidente dei beni comuni”.
Claudia Zuncheddu
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