Programma Amministrativo per Cagliari – Elezioni 2011
UNITA’ DELLE FORZE INDIPENDENTISTE SARDE
ALLA BASE DEL PROGETTO DELLA MIA CANDIDATURA A SINDACO PER CAGLIARI
PREMESSA
Il progetto, che ha alla base l’unità delle forze indipendentiste sarde e di tutti quei cittadini che hanno a cuore gli interessi della nostra città, parte dal superamento degli schemi italiani bipolari di coalizioni di Centro Destra e di Centro Sinistra. Coalizioni, che al di là del linguaggio, nei valori economici e nelle scelte quotidiane si rassomigliano sempre più pericolosamente in quanto succubi di scelte esterne ed estranee agli interessi e alle aspettative di riscatto economico, sociale e politico del popolo sardo.
L’Indipendentismo moderno, democratico, pacifista e per la giustizia sociale, è figlio del pensiero e dell’azione di quei Padri e di quelle Madri che hanno lottato per la libertà e la prosperità della nostra terra ed è solidale con gli uomini, le donne e i popoli che in altre parti del mondo fanno altrettanto o che non riescono a farlo per le ragioni più varie.
Di fronte ad una crisi economica globale che sta smantellando e distruggendo l’economia sarda e cagliaritana, è necessario porre al centro dell’azione politica le esigenze di salvaguardia del benessere economico (ma non solo) delle collettività, dei singoli cittadini e delle imprese. La partecipazione democratica dei cittadini alle scelte della cosa pubblica e del benessere pubblico deve essere alla base della gestione della città di Cagliari e del suo Comune.
Il Comune non può essere il “notaio” che passivamente certifica lo stato di benessere o malessere della collettività, ma deve essere motore e volano di creazione di ricchezza economica e di riequilibrio sociale e culturale della città, a partire dalle esigenze primarie dei cittadini e delle imprese: il lavoro, la salute, la casa, l’ambiente e la cultura.
Il nostro progetto affonda, quindi, le sue radici nella integrazione di un’analisi del territorio e delle sue caratteristiche socio-fisiche e un’analisi dei bisogni degli individui per offrire un progetto ad hoc che abbracci ogni dimensione o aspetto della vita in città e che sia una risposta concreta ed esaustiva ai bisogni emersi dalle due analisi suddette, fortemente identitaria.
Perché abbiamo scelto di porre queste due analisi come fondamenta di questo progetto per Cagliari? La risposta è strettamente legata all’assunto dal quale ha preso avvio la nostra riflessione, ovvero che ognuno di noi si caratterizza, primariamente, per i bisogni specifici legati alla fase evolutiva che vive e, secondariamente ma in contemporanea, per l’equilibrio che gli è stato possibile raggiungere rispetto all’interazione tra le proprie risorse e le richieste/offerte/condizioni ambientali.
Per quanto riguarda l’analisi relativa ai bisogni che guidano il comportamento e le scelte degli individui in relazione al periodo evolutivo che vivono, abbiamo rivolto il nostro sguardo a queste fasi specifiche così da abbracciare l’intero arco di vita di ogni cittadino
– infanzia ;
– adolescenza;
– giovane adulto;
– adulto:
– terza età
a. urbanistica;
b. sociale;
c. lavoro;
d. economia;
e. ambiente, energie, risorse e turismo;
f. istruzione e formazione;
g. trasporti e viabilità;
h. sanità e salute;
i. autodeterminazione di Cagliari;
j. patrimonio storico, artistico, archeologico, culturale, agroalimentare ed enogastronomico;
k. Cagliari contro il nucleare.
Di seguito riportiamo, in una simmetria ideale, gli interventi che ci proponiamo di attuare a fronte delle condizioni socio-ambientali rilevate nel territorio: per l’esposizione di questi contenuti si è prediletta una modalità schematica, con una suddivisione per aree, in funzione di maggiore chiarezza e semplicità di consultazione.
a. Area dell’urbanistica.
– Lo sviluppo urbanistico di Cagliari è stato fortemente influenzato da decisioni prese da Provincia e Regione o imposte dai Comuni limitrofi, senza un’integrazione partecipata e condivisa che avesse alla base la qualità dei servizi e il benessere dei cittadini.
– Le scelte urbanistiche del governo di CD della città, da Delogu a Floris, hanno prodotto costose e non funzionali piazzette, eliminando gli alberi e il verde già esistente.
– Impossibile non rilevare lo stato di abbandono e di degrado urbanistico e sociale dei quartieri popolari (per citarne qualcuno: Sant’Elia, Is Mirrionis, San Michele a Via Castelli) privati di ogni forma di servizio efficiente per la collettività e i residenti.
– Castello, abbandonato dai servizi pubblici: da centro storico è divenuto periferia degradata e spopolata.
– Il P.U.C. di Cagliari, approvato nel 2001 e più volte modificato, necessità di approfondita revisione per l’adeguamento al piano paesaggistico regionale, approvato definitivamente e in vigore dal 2006.
Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
– Linee fondamentali della revisione del P.U.C. saranno quelle rappresentate dalla tutela dei valori ambientali e storico-culturali della Città, il sistema dei parchi (Monte Urpinu, Monte Claro, Colle di San Michele, Terramaini) e delle aree naturali protette (Sella del Diavolo – Colle di Sant’Elia, Santa Gilla, Molentargius – Saline), il sistema dei giardini di quartiere (Giardini Pubblici e zone verdi di quartiere), la valorizzazione dei monumenti e dei beni culturali con adeguate aree di rispetto, la ristrutturazione e la cura del centro storico, la riqualificazione delle periferie.
– Consideriamo l’edilizia, pubblica e privata, come volano di ricchezza a partire dal recupero dell’esistente, non solo per restituire decoro urbanistico ed edilizio alla città di Cagliari ma anche per la garanzia occupazionale.
– Il Comune di Cagliari predisporrà e attuerà interventi di housing sociale in favore di residenti e/o figli di residenti per consentire ristrutturazioni e nuove costruzioni che consentano di acquisire residenze a “prezzi sociali” e contribuiscano a calmierare un mercato immobiliare ormai fuori controllo.
– Per quanto riguarda i centri storici: Castello – Stampace – Marina e Villanova, saranno avviati interventi relativi alla sicurezza (ripristino di tetti e facciate).
– Sarà realizzata una riconversione della struttura “Ospedale Marino” con destinazione a utilizzi molteplici: da quello sociale destinato alle “Colonie estive” per bambini (in particolare per bambini diversamente abili); a sede di incontri/conferenze su temi sociali/ambientali/culturali; a sede di attività ludico/ricreative per giovani/anziani/bambini; a sede di “spazi d’incontro” per interventi di Mediazione familiare/culturale.
b. Area del sociale.
– Il sistema della solidarietà sociale è saltato in città, in nome della “quadratura del bilancio comunale” orientato dagli interessi di poche lobies.
– Sono ancora presenti atti di discriminazioni di genere, inerenti l’omosessualità e l’appartenenza etnica.
– E’ stata rilevata una criticità connessa all’invecchiamento: gli anziani emergono come una categoria fragile per diversi aspetti.
– Esistono difficoltà non trascurabili legate alla migrazione: in particolare si è rilevata la critica condizione delle Donne e madri nella migrazione. Le citate criticità si estendono anche ai figli e alle generazioni successive, assumono quindi una rilevanza centrale principalmente in termini di sviluppo e adattamento funzionale delle più giovani generazioni di immigrati.
– Grosse carenze sono registrate a svantaggio dei diversamente abili, i quali non solo non sono tutelati con l’assistenza dovuta, ma sono vessati dalle barriere architettoniche che, in barba alle Leggi, regnano su tutta la città.Ai diversamente abili e alle loro famiglie non sempre sono garantite assistenza qualificata per la totalità delle ore necessarie: spesso l’unico intervento garantito è rappresentato dalla presenza di figure professionali per una parte così breve della giornata da creare enormi difficoltà per le famiglie nella gestione delle necessità dei diversamente abili. Alcune attività notoriamente efficaci e utili non sono di fatto accessibili a tutti a causa del loro elevato costo.
– Un’altra carenza è stata rilevata nell’ambiente carcerario. La condizione dei detenuti e delle detenute sarde è spesso drammatica sotto diversi aspetti tra cui quello del diritto alla salute (anche in riferimento al DPCM 1°aprile 2008), quello della mancata territorialità della pena, quello del sovraffollamento delle carceri, della finalità “rieducativa” della detenzione spesso totalmente mancata, della funzione terapeutica del lavoro che non è sempre garantita e applicata laddove potrebbe e dovrebbe essere applicata.
Nell’Ordinamento penitenziario si legge che:”L’organizzazione e i metodi del lavoro penitenziario devono riflettere quelli nella società libera, al fine di far acquisire ai soggetti una preparazione professionale adeguata alle condizioni lavorative extra-carcerarie per agevolarne il reinserimento sociale”.
La condizione dei detenuti sardi è simile a quella dei detenuti di altre realtà per via della molteplicità di aspetti e dinamiche che accomunano l’esperienza di detenzione, a questo proposito riportiamo un frammento che abbiamo colto in una intervista (di Sergio Cappelli) ad un ex detenuto in quanto esplicativa della realtà carceraria e in quanto il nostro progetto è nasce tra le persone e dall’analisi delle loro storie e condizioni. In un’intervista dal titolo “MEMORIE DI UNO SPAZIO RISTRETTO” un ex detenuto racconta così a Sergio Capelli la sua esperienza del carcere: “Ho visto ragazzi iniziare a bucarsi in carcere, ho visto gente uscire e rientrare con imputazioni molto più gravi nel giro di pochi giorni, ma conosco anche ragazzi che pagando hanno capito i loro sbagli. Dipende tutto da come affronti l’esperienza e dalla gente che ti circonda. Quando entri per la prima volta sei debole, fragile e influenzabile: basta un cattivo maestro per rovinarti così come è sufficiente un buon esempio per salvarti”
– Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
– Riteniamo indispensabile che il bilancio comunale preveda una congrua voce di solidarietà per l’istituzione di un salario socialeper i meno abbienti che sia “scambiato” con forme di lavoro storicamente legate al luogo.
– Rispetto alle criticità connesse con l’invecchiamento, proporremo attività volte a favorire lo scambio e la comunicazione tra diverse generazioni e quindi tra i diversi periodi della vita attraverso incontri tra bambini, adolescenti, adulti e anziani con finalità multiple: garantire il passaggio di importanti elementi della saggezza popolare alle nuove generazioni per evitare che siano persi nel tempo; arginare il sentimento di solitudine e inutilità che spesso caratterizza le persone della terza età che vedono la propria vita svuotata di senso e di motivazioni; garantire ai giovani e agli
adolescenti delle figure/modelli ai quali fare riferimento o dai quali attingere nel complesso percorso di individuazione favorendo il famoso incontro tra “puer” e “senex” ovvero tra “fanciullo” e “saggio” così che entrambi trovino un importante senso di integrazione e complementarietà, oggi troppo spesso assente nella società sempre più connotata da struttura e dinamiche frammentate. Sarebbe interessante coinvolgere in queste attività tutte le categorie di giovani (da quelli scolarizzati a quelli che hanno abbandonato la scuola per arrivare a quelli che vivono nelle carceri minorili o nei centri diurni/ case famiglia) e tutte le categorie di anziani (dai nonni, agli anziani che fanno parte di associazioni, ad es. l’AUSER). Un interessante esperimento in tale direzione è stato condotto nel Giugno del 2000 da una classe 5 del Liceo Socio-psico-Pedagogico “Eleonora D’Arborea” di Cagliari. Riteniamo che questo tema abbia una valenza e una importanza assolutamente da non sottovalutare alla luce del dibattito che ha cominciato a svilupparsi negli anni 1980 quando, raggiunta la consapevolezza del rilevante innalzamento della vita media, gli studiosi dell’età evolutiva hanno dato origine alla Psicologia del corso di vita e hanno attribuito una nuova valenza all’educazione permanente.
– Rispetto alla questione degli immigrati è necessario avviare procedure specifiche rivolte alle Donne e, se loro vorranno, anche alle famiglie. Nell’ambito della Etnopsichiatria, è stato formulato il concetto di “trauma migratorio”, la migrazione, infatti, è stata concepita da alcuni studiosi (Moro) come evento potenzialmente traumatico che dalle madri può essere trasmesso ai figli i quali possono manifestare (proprio in funzione di questo trauma) una serie di difficoltà anche a livello comportamentale, verso le quali non possiamo essere indifferenti.
– Rispetto alla realtà vissuta dai diversamente abili avvieremo immediatamente un censimento delle barriere architettoniche presenti nella città, iniziando dai luoghi di maggiore afflusso come gli ospedali, gli uffici della Pubblica Amministrazione, le strutture scolastiche e sportive, le sedi delle più varie attività e provvederemo a eliminare questi ostacoli affinchè sia realmente garantita a tutti la possibilità di muoversi liberamente per la città. Avvieremo contratti con le varie professionalità per supplire alla carenza di assistenza di cui la Regione (e ancor prima lo Stato Italiano) sono responsabili.
Promuoveremo a costi bassi l’accesso ad attività ludiche/sportive/terapeutiche di risaputa e sperimentata efficacia nel favorire il recupero o il mantenimento di abilità o funzioni che sarebbero fortemente deficitarie in assenza di tali attività (un es. l’ippoterapia; il nuoto; il teatro; i colloqui con esperti;ecc.)
– Per ciò che concerne il sistema carcerario sardo saremo presenti con attività volte a migliorare sia le condizioni fisiche e materiali dei detenuti sia lecondizioni psicologiche degli stessi e delle famiglie (con particolare attenzione ai bambini e bambine, figli/e dei detenuti i quali vivono una condizione sicuramente non semplice con ripercussioni anche sul versante del profitto scolastico).
Le nostre azioni saranno volte anche alla sensibilizzazione relativamente alla condizione del detenuto e alla modificazione dell’ ”eticchetta” che troppo spesso connota i detenuti solo negativamente.
Renderemo le carceri sarde più “aperte” allo scambio con l’ambiente esterno tenendo costantemente presente la finalità ultima, rieducativa, della struttura e dell’esperienza carceraria: su questo versante promuoveremo attraverso Associazioni e professionalità competenti attività lavorative (intra e d extra-carcerarie) in misura maggiore rispetto a quelle attualmente concesse; attività di scrittura; colloqui e gruppi di incontro con psicologi per consentire una elaborazione degli eventi che hanno segnato le loro vite in modo tale che questi possano essere realmente superati e che i detenuti siano davvero capaci di riappropriarsi del loro futuro, presente e passato.
Saranno favoriti i tirocini degli studenti laureandi nelle materie psicologiche e del sociale presso la struttura carceraria, previa autorizzazione delle Autorità competenti, ma si avvierà uno specifico progetto in questa direzione: il carcere non deve continuare ad essere una “gabbia” dove si vive una sorta di vita parallela perdendo le finalità e le funzionalità irrinunciabili per una società “civile”.
c. Area del lavoro.
– Il lavoro a Cagliari è ormai un privilegio e non un diritto per ogni cittadino, chi lo perde viene abbandonato totalmente dalle strutture pubbliche di assistenza comunale preposte appositamente per essere solidali con essi. Il precariato nelle migliori delle ipotesi, è la norma del lavoro.
– Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
– Il Comune deve in modo autonomo e/o in collaborazione con i privati, promuovere il lavoro per i cittadini.
– In questo momento di grave impoverimento dei cagliaritani, i nostri disoccupati devono poter usufruire di un “salario sociale”, che garantisca la sopravvivenza delle famiglie in cambio di lavoro socialmente utile.
– Il Comune deve impegnare risorse finanziarie per creare lavoro per tutti i cittadini in difficoltà e ricchezza per la città. Ciò è possibile con un Piano Occupazionale per le emergenze, dove il Comune può subito metter mano alle emergenze strutturali, urbanistiche e idrogeologiche dei quartieri cittadini, vedi il dissesto idrogeologico del quartiere di P.zza d’Armi ad altissimo rischio di crolli e Sant’Elia che alle prime piogge stagionali si inonda e diviene impercorribile per gli abitanti a causa della tracimazione degli impianti fognari e idraulici.
– Inserire nel mercato del lavoro, in controtendenza, nuove formule che garantiscano maggiore stabilità economica e maggiore senso psicologico di sicurezza (anche attraverso iniziative che ci svincolano dalle imposizioni dello Stato Italiano, laddove permesso dalla legge).
d. Area dell’economia.
– Gli esercizi commerciali e le attività, economiche e artigianali della città sono gravemente colpiti dalla crisi e oppressi da carico fiscale e da tributi non più sopportabili.
– Il sistema bieco di riscossione di tributi di Equitalia, con spropositati interessi sul debito delle imprese e dei singoli cittadini, decide del destino dell’economia piccola e media della città. Il Comune con l’attuale giunta e consiglio nulla ha fatto per imporre a Equitalia una moratoria delle riscossioni che salvi le imprese e i cittadini dal dissesto economico e dalle ganasce fiscali, causa di forti difficoltà e fallimento di numerose imprese.
– Esiste un problema di illegalità nel territorio cagliaritano, legato alle scelte e ai modelli di sviluppo economico.
Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
– Saranno attuati interventi a sostegno della piccola e media impresa con lo scopo ultimo di ridurre il peso del carico fiscale per favorire una ripresa e una migliore qualità di vita per le stesse imprese, impedendo che siano ingoiate dalla crisi.
– La creazione della free zone promossa e voluta dall’autorità portuale è già in fase di attuazione. Essa rappresenta una base concreta per attuare nelle aree del porto canale una vera “zona franca” che con la sua fiscalità di vantaggio e con l’insediamento di nuove imprese, rappresenterebbe una concreta occasione per creare nuova occupazione, a vari livelli e con essa nuova ricchezza per Cagliari, interland e Sardegna intera.
– Il trasferimento di alcune attività marittime, in altre zone più idonee, trasformerebbe e renderebbe l’attuale scalo marittimo in porto turistico riqualificando il compendio turistico porto-quartiere e colle di Sant’Elia.
e. Area dell’ambiente, energie, risorse e turismo.
– L’ambiente come risorsa fondamentale e irriproducibile, viene interpretata solo nei valori monetari e come tale, messo in discussione nel nome del Profitto individuale, sottraendolo alla collettività e alla tutela.
– Abbanoa agisce sul territorio con un servizio idrico inefficiente ed esoso per le tasche dei cittadini su cui il comune non ha nessun controllo
– Il dissesto idrogeologico della città rischia di far franare parte del quartiere di Piazza d’Armi e di inghiottire il quartiere storico di Villanova.
– Le energie rinnovabili non sono contemplate in una prospettiva a breve termine e l’impiego delle risorse è invalidato da una assenza di sinergia e collaborazione tra tutte le forze che obbligatoriamente devono essere chiamate in causa.
– Cagliari si sconta incredibilmente ancor oggi con la mancanza di un adeguato sistema di gestione dei rifiuti urbani che limita a circa il 34% il livello di raccolta differenziata, oggetto di sistematiche e illegittime proroghe del servizio nonché delle più alte imposte a carico dei cittadini.
Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
– Compieremo azioni che riconoscano come centrale l’importanza dell’ambiente e della sua tutela, del ricorso ad energie pulite, alternative gestite dai cittadini e non da terzi e, utilizzeremo tutte le risorse ambientali disponibili senza stravolgere la naturale struttura e composizione del nostro territorio.
– Ci impegneremo, come già si è già fatto da cittadini non candidati, affinchè siano scongiurate le scelte dannose per la collettività.
– Riformuleremo, laddove gli spazi contrattuali lo consentono, un accordo con i fornitori di beni primari (es. Abbanoa) affinchè sia garantita ai cittadini una maggiore efficienza e qualità del servizio a condizioni non penalizzandi e sostenibili da tutti.
– Rispetto alla questione dei rifiuti, Il Comune di Cagliari predisporrà e curerà il servizio in appalto della gestione dei rifiuti “porta a porta” con adeguati meccanismi di vigilanza sul corretto espletamento, nonché su pulitura di strade e ambiti pubblici.
– Per quanto concerne il settore turistico cagliaritano, – il Comune di Cagliari promuoverà una serie coordinata di convenzioni con B & B, alberghi, ostelli, ristoranti, servizi turistici per la fornitura di un adeguata offerta turistica a costi accessibili per il mercato turistico nazionale e internazionale. Sarà realizzato un portale turistico cittadino per facilitare contatti, informazioni, eventi, ecc.
– Anche l’Ippodromo costituisce una importante risorsa territoriale, oltre alle attività tradizionali (equitazione, salto ostacoli, ecc.), il Comune di Cagliari, azionista di maggioranza della Società Ippica di Cagliari s.p.a., promuoverà il completamento del progetto di ristrutturazione con la finalità di aprire stagioni di corse in piano inserite nei circuiti nazionali e internazionali, nonché ampliare le attività di allevamento e preparazione nel campo dell’equitazione internazionale.
f. Area dell’istruzione e formazione
– Il contesto educativo è fortemente carente per quanto riguarda la sua funzione di “tutela identitaria” che secondo noi, in quanto indipendentisti, dovrebbe assolutamente assolvere.
– L’Università e il mondo della cultura, abbandonati alla logica dei “tagli” e distrutti dalla mancanza dei fondi: non vi sono investimenti ne in termini economici ne in termini di iniziative originali che permettano agli studenti di confrontarsi con il resto del mondo che studia e si forma. Le attività di studio nel contesto universitario sono spesso prettamente teoriche, private della preziosa compagnia della pratica sul campo.
Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
– Ci proponiamo di restituire e incentivare l’uso della lingua sarda anche nelle scuole per impedire quel violento processo di de-identificazione che deriva dalle scelte curricolari ee formative imposte dal Ministero della Pubblica Iastruzione assolutamente disattente alle specificità culturali e locali che invece sono da noi considerate come ricchezze assolute.
– La demotivazione dei giovani può essere vinta se si lavora tutti insieme ad un progetto formativo di senso per il singolo e per la collettività. L’ambiente naturale urbano, il territorio, la cultura, gli anziani, il mondo del lavoro, il paesaggio e le tradizioni sono pieni di senso che non sempre è riconosciuto in chiave formativa. E’ importante quindi che con la scuola, si motivino i giovani a conoscere e studiare il nostro territorio nelle sue dimensioni storico-culturali e naturalistiche, coinvolgendoli fin da bambini in percorsi di conoscenza reale del contesto urbanistico- ambientale della città e della regione.
Poiché la legge italiana e Regionale non lascia spazi decisionali ai Comuni in merito a scelte curricolari, ci attiveremo per cooperare laddove possibile attraverso attività di supporto/integrazione fornendo materiale didattico e occasioni di crescita laddove possibile ma agiremo soprattutto laddove abbiamo maggiore libertà e responsabilità di azione: sugli aspetti strutturali.
Abbiamo rilevato una importante problematica relativa alla presenza di amianto negli edifici scolastici. La Asl ha effettuato, infatti, qualche anno fa, alcune analisi nelle scuole cagliaritane e i risultati hanno assegnato alle scuole di Cagliari un punteggio pari a “2”, indicativo del livello di pericolosità rispetto all’amianto. Se pensiamo che la scala di pericolosità va dal valore “ 1” al valore “5” , e che vede nel valore “1” 1’indicatore di maggiore livello di pericolosità, ci rendiamo immediatamente conto della gravità della situazione e dell’urgente necessità di intervenire con bonifiche adeguate.
Puntiamo anche su: educazione ambientale (lavorando sullo sviluppo di interesse e responsabilità ambientale nelle nuove generazioni attraverso progetti di durata variabile svolti nelle scuole da figure competenti che si affiancano al lavoro delle insegnanti); territorio (i bambini conoscono la città, le fattorie didattiche; le associazioni ambientaliste e le loro attività; viene garantita la gratuità d’accesso ai musei e alle gallerie comunali)
– Lavoriamo sull’integrazione fra generazioni e realtà diverse: i nonni a scuola, il mondo del lavoro, della produzione e dell’arte.
– Pensiamo che la scuola sia un luogo di scambio e confronto con l’altro diverso da se; ma anche luogo dove deve essere garantita a tutti la possibilità di erigere le proprie conoscenze e sviluppare le proprie potenzialità, dunque dobbiamo favorire la frequenza delle scuole (a partire da quelle dell’infanzia) da parte dei bambini/e extra-comunitari/e ricorrendo alla giusta configurazione professionale di supporto (mediatori culturali e linguistici; psicologi; pedagogisti) ad integrazione e supporto rispetto alle forze garantite dal Ministero della Pubblica Istruzione.
– Ampliare la presenza del servizio d’asilo nido comunale e sostenere l’iniziativa associata qualificata attraverso corsi di qualificazione e aggiornamento ricorrente con la collaborazione della clinica pediatrica e di esperienze pedagogiche significative.
– Privilegiamo la promozione di prodotti bio e/o sardi e sull’utilizzo di stoviglie in materiale riciclato e biologico tipo piatti posate e bicchieri in farina di mais nelle mense scolastiche.
– Intendiamo favorire una corretta educazione alimentare attraverso la conoscenza dei prodotti
– Stipulare convenzioni con le cliniche universitarie (ad es. pediatriche) o ASL per un servizio di medicina scolastica che operi precocemente con screening generalizzati su tutta la popolazione scolastica
– Promuovere la realizzazione di una rete di catalogazione del patrimonio librario e video-informatico cittadino, tale da agevolare una diffusa fruizione all’uso didattico dei materiali di documentazione.
g. Area dei trasporti e viabilità
-La mancanza di un piano per ilo trasporto pubblico, credibile ed efficiente ha reso la città poco vivibile e caotica e con una qualità dell’aria scadente e in alcuni giorni con tassi di inquinamento da emissioni preoccupanti per la salute di chi la frequenta e dei residenti.
Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
– Intendiamo riprogettare una mobilità ecosostenibile, che a partire dalla viabilità cittadina e con l’hinterland potenzi fortemente il servizio pubblico. Ciò è possibile con la riduzione del costo del biglietto e con una razionalizzazione delle linee con fasce orarie e con prezzi differenziate per categorie come studenti, pendolari e pensionati.
– La metropolitana di superficie, deve essere potenziata garantendo benessere e servizi per tutti, anche con la riduzione del traffico e delle emissioni inquinanti
– Il progetto per una città ciclabile e pedonale, con annesse aree di servizi che garantiscano una nuova qualità del trasporto urbano e extraurbano, riducendo notevolmente l’inquinamento ambientale e i costi del trasporto, aumenterebbe e migliorerebbe la qualità della vita dei cittadini.
– L’efficienza dei servizi può essere un biglietto da visita per una Cagliari ecologicamente sostenibile con ricadute economiche e di immagine per tutta la collettività.
h. Area della sanità e salute.
– Il settore della sanità è direttamente legato alle scelte effettuate e concesse a livello regionale, ai Comuni non è consentito pertanto agire in materia di pubblica sanità. Abbiamo comunque condotto un’analisi relativamente alle condizioni in cui versa questo settore perché intendiamo impegnarci per portare tutti i dati raccolti all’attenzione dei responsabili Regionali così che possano essere avviati interventi di miglioramento della fruizione del servizio sanitario.
– Abbiamo scelto di non fermarci ad analizzare solo la condizione di salute relativa ai singoli cittadini o categorie ma, siamo andati oltre, analizzando la situazione di salute dell’ambiente cagliaritano.
– La situazione rilevata, assolutamente negletta, di questo settore emerge in tutta la sua drammaticità nei lunghissimi tempi di attesa per l’accesso alle primarie analisi strumentali (TAC; RISONANZA MAGNETICHE; MAMMOGRAFIE; ECC).
Il disagio psicologico spesso non riceve la dovuta attenzione nei servizi offerti dalla città, è dunque lasciato in gran parte a iniziative private: non esiste una efficiente rete di assistenza sanitaria che si faccia carico dei costi e dei tempi (anche molto lunghi) delle cure.
Non esiste un servizio di prevenzione o screening del disagio psicologico e fisico che abbia canali gratuiti aperti a tutti.
I parenti dei pazienti affetti da patologie che richiedono una lunga degenza nelle strutture ospedaliere (ad es. pazienti affetti da leucemie) devono spesso affrontare i costi elevati di un affitto per poter stare vicini al proprio caro (ad es. l’Ospedale Oncologico di Cagliari offre un alloggio per i parenti dei ricoverati ma il costo è insostenibile per i più) non possiamo permettere che oltre alla tragedia insita nella malattia i parenti debbano affrontare anche gravose spese economiche che rendono ancora più fragili le condizioni dei membri delle famiglie.
Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
Ciò che ci impegniamo a fare è portare alle sedi regionali le problematiche, le carenze e le fragilità riscontrate nel sistema sanitario a livello cittadino, affiancandole da proposte come le seguenti, che solo la Regione, però, potrà realizzare. Noi ci proponiamo, dunque, come portavoce dei cittadini nei Palazzi Regionali, senza essere mai assenti.
– Per quanto concerne l’analisi relativa alla “salute ambientale” si interverrà con azioni che mirano a recuperare le aree danneggiate del territorio e, contemporaneamente promuovere iniziative e scelte economiche, sociali e culturali che abbiano come obiettivo centrale il miglioramento e il mantenimento della salute ambientale, che ha ovviamente delle ripercussioni a livello individuale.
Avvieremo verifiche dettagliate dei tempi di attesa per ogni esame strumentale, soprattutto in relazione alle patologie più gravi e sulla base dei risultati ottenuti daremo inizio a interventi di miglioramento dei servizi e di riduzione dei tempi di attesa.
Faremo proposte relativamente a una necessaria rivalutazione dei criteri, ad oggi assolutamente criticabili, di assegnazione/negazione delle pensioni di invalidità che spesso tagliano fuori chi realmente necessiterebbe di tali ausili e faremo proposte per snellire i tempi e la burocrazia relativi alle pratiche.
Chiederemo interventi negli ospedali per la verifica delle condizioni igieniche e del servizio erogato dalle strutture e valutazione di eventuali interenti necessari (ad es. Umanizzazione delle camere sterili per le degenze di malati sottoposti a cure di chemioterapia/ trapianti di midollo/ ecc);
Chiederemo la realizzazione di strutture ricettive a costo zero per parenti di pazienti affetti da leucemie e patologie cancerogene o altre che comportano un ricovero prolungato presso le strutture ospedaliere per risolvere il problema del caro affitto per i parenti dei pazienti che risiedono in zone oltre i 30 km dalla sede di ricovero.
– Per quanto riguarda il disagio psichico proporremo nelle sedi regionali progetti a breve, medio e lungo termine che offriranno una costante e qualificata assistenza/supporto per tutte le fasi evolutive con particolare attenzione per i momenti che nella vita di ciascuno sono connotati da maggiori fragilità psicologiche (ad es. l’adolescenza; la gravidanza; i lutti; la perdita del lavoro; ecc.);
Chiederemo che venga garantita la possibilità per i genitori e parenti/amici dei disabili di partecipare a corsi gratuiti nei quali possono apprendere le principali tecniche/competenze/conoscenze che consentono un migliore approccio alla patologia dei propri cari.
i. Area dell’autodeterminazione di Cagliari.
E’ ormai noto lo scarsissimo potere decisionale concesso ai sardi in tutti i settori della vita propria e collettiva (dalle scelte relative a risorse da utilizzare, alla gestione delle ricchezze che il territorio offre; alla gestione dei servizi spesso assegnati attraverso appalti a società non sarde che portano fuori i capitali prodotti da noi, nella nostra casa). Questa limitazione è avvertita fortemente nella città di Cagliari dove i servizi non sempre sono strutturati sulla base delle necessità degli abitanti ma sulla base di scelte effettuate lontano dal contesto sociale e imposte aprioristicamente che di fatto esulano dagli aspetti identitari. Queste scelte dettate a Cagliari (e alla Sardegna tutta) sono osservabili anche sul piano culturale e su quello linguistico attraverso imposizioni relative alla promozione di tradizioni culturali non appartenenti al popolo sardo e alla cittadinanza e attraverso il disinvestimento economico, sociale e culturale di cui la “limba” è stata vittima.
Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
Il Comune si propone di consultare i cittadini e le cittadine per garantire una partecipazione democratica più profonda possibile anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie come la posta certificata e altro.
Saranno privilegiate iniziative volte a favorire l’auto-produzione di beni e servizi storicamente e culturalmente legati alla tradizione cagliaritana, con interventi mirati nei vari settori produttivi; in quelli culturali e di interesse collettivo.
Il Sindaco e la Giunta non adotteranno più, come accaduto ampiamente finora, la prassi di accettare incondizionatamente le scelte imposte dall’esterno ma saranno sempre attivi e attenti affinché ogni scelta sia motivata dalla cittadinanza e voluta dalla stessa: agirà quindi con maggiore coscienza identitaria.
Relativamente alla questione della “limba” ne sarà favorito l’insegnamento a scuola e l’utilizzo negli uffici pubblici come forma di garanzia della identità linguistica del nostro popolo. Le tradizioni culturali e le attività di vocazione millenaria saranno rivestite di nuova luce e riproposte, specialmente laddove dimenticate.
j. Area del patrimonio storico, artistico, archeologico, culturale, agroalimentare ed enogastronomico.
– I nostri beni culturali e identitari abbandonati e ridotti a legnaie (anfiteatro romano);
– la Necropoli punica di Tuvixeddu e le architetture di Badas, date in mano alla peggiore speculazione edilizia.
Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
– Ci attiveremo per il recupero della spiaggia del Poetto restituita nella sua originaria bellezza ai cagliaritani e dotata di servizi integrati con annesse tutte le sue attività di ristorazione, di promozione dello sport, di spettacoli musicali con aggregazione giovanile. A fronte della imminente stagione estiva nessuna attività economica deve essere chiusa o sancita e tantomeno rimossa dalle autorità comunali.
– la rivitalizzazione del compendio del parco Poetto-Molentargius e la valorizzazione della risorsa ovi-faunistica che lo popola rendendolo sito di pregio naturalistico unico nel Mediterraneo e fruibile a tutti i cagliaritani è un’occasione per creare, con la salvaguardia dell’ambiente e i suoi itinerari, occupazione per giovani e imprese e lavoro compatibile con la vocazione del territorio. Inoltre la ripresa della produzione e commercializzazione del sale, possibile in una parte del compendio parco, è una reale prospettiva di lavoro e di creazione di prodotto di Qualità, riallacciandoci alla storia millenaria di Cagliari e del suo prezioso sale.
– Il Colle Sant’Elia, inserito nel compendio Poetto-Molentargius, con i suoi percorsi archeologici, storici e naturalistici è un nuova risorsa per creare occupazione e lavoro fra i residenti, insieme al ripristino dei canali a mare e alla costruzione di un porto per i pescatori con la rivitalizzazione della piccola pesca. La risorsa pesca a Sant’Elia, fortemente penalizzata dalla burocrazia e dalle sanzioni amministrative, è da organizzare, rivalorizzare e sostenere come primaria fonte di reddito per numerose famiglie del quartiere.
– Il rimboschimento di Monte Urpino come polmone verde della città oltre che di belvedere sul golfo, con il suo risanamento e riutilizzo delle strutture militari e la delocalizzazione e bonifica dei depositi militari di carburante, può essere una nuova occasione per i cittadini di riappropriarsi di una parte della città. (deposito carburante)
– La necropoli punica di Tuvixeddu, un patrimonio identitario ormai unico in tutto il Mediterraneo che caratterizza fortemente Cagliari. La necropoli è da salvaguardare nella sua vastità e completezza, anche oltre il perimetro ambientale, in modo tale da sottrarla all’ulteriore cementificazione e speculazione edilizia. Questo ricco patrimonio archeologico, previa una campagna di valorizzazione deve essere fruibile dai cittadini e dai visitatori; nello specifico proponiamo unarevisione con la Regione dell’accordo di programma e applicazione del vincolo paesistico secondo la recente sentenza del Consiglio di Stato. Bocciatura con annullamento ultima delibera del consiglio comunale sulla variante del progetto di Coimpresa.
– Relativamente all’Anfiteatro romano, proporremo un progetto che, secondo noi, dovrebbe mirare alla riunificazione della valle di Palabanda intendendo come unità l’anfiteatro e l’orto botanico e l’integrazione con il vicino orto dei cappuccini. Tutto ciò senza abolire del tutto l’uso di tali spazi per manifestazioni qualificate di spettacolo ma a condizione che queste siano subordinate al parco e non viceversa
– Revisione del PUC che preveda un piano archeologico.
– Progetteremo interventi affinché prima di destinare i vuoti urbani a spazi di uso comunitario si effettuino verifiche preliminari per accertare le eventuali presenze archeologiche (un esempio è costituito dallo sterrato-parcheggio fronte alla casa dello studente di via Trentino, dove è altamente probabile la presenza di Domus de Janas).
– Proporremo una riqualificazione degli spazi dell’area di via Brenta con recupero a verde e parco archeologico di tutta l’area in cui Riqualificazione spazi area via Brenta con recupero a verde e parco archeologico di tutta l’area in cui sono presenti tracce di Cagliari fenicia e giudicale.
– Proporremmo un’Acquisizione area del capo Sant’Elia con destinazione a parco naturale e archeologico come polo di riqualificazione del quartiere omonimo.
– Realizzazione di percorsi delle cinta murarie.
– Il comune, in collaborazione con ente, categorie e operatori del settore, deve promuovere una filiera corta dell’agroalimentare in spazi pubblici adeguati e destinati.
– Bisogna dare ai cittadini la possibilità di consumare prodotti locali, genuini, a costo calmierato, creando con ciò occupazione e benessere alimentare per tutti, migliorando la stessa qualità della vita in città e rivitalizzando i quartieri e le loro economie.
K. Cagliari contro il nucleare.
Stato attuale.
– Una questione di assoluta importanza è quella relative all’allestimento di centrali nucleari nel territorio sardo: Cagliari, ancora oggi, si annovera tra i porti nucleari d’Italia. Alla popolazione non è stato fornito alcun piano di evacuazione .
Nostra risposta/azione, calibrata ad hoc sulla base dello stato attuale.
– Saranno promosse quelle azioni collettive che mirano a esprimere pacificamente la propria contrarietà alla installazione di centrali nucleari nel territorio sardo, non solo in quello cagliaritano.
– Saranno favorite tutte le iniziative e le scelte che punteranno a valorizzare il ricorso a energie rinnovabili, pulite.
– Saranno garantiti incontri/dibattiti per garantire l’informazione riguardo alla questione nucleare.
– Cagliari da dichiarare Città denuclearizzata e “Porto di Pace del Mediterraneo”.
Saremo quindi sempre al fianco dei cittadini, faremo sclete in loro nome e con la loro condivisione. Faremo di Cagliari una città aperta al mondo, pacifica, pulita, ecologica, ricca, con nuove proposte e possibilità di studio, formazione, lavoro e crescita.
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