Quale Manovra finanziaria per le emergenze in Sardegna
Consiglio Regionale
Giugno 2011Sul Collegato alla Manovra Finanziaria
Il Collegato in corso di discussione sarebbe dovuto essere uno strumento importante che partendo da un’analisi attenta della crisi in corso, avrebbe dovuto proporre alcune soluzioni ai problemi più critici che gravano sulla vita dei sardi. Ma le cose non vanno così. Il Collegato sino ad oggi si è rivelato spudoratamente un “contenitore di privilegi” per pochi. Dobbiamo prendere atto che la crisi finanziaria ed economica del mercato globale associata a quella del sistema produttivo e di tutto l’apparato politico-amministrativo della stessa RAS ha consumato persino le briciole necessarie per la sopravvivenza. Siamo allo sbaraglio e i sardi non sanno più dove indirizzare le proprie speranze. La crisi è tragica, le nostre economie tradizionali sono al massacro mentre sopravvive un’economia subalterna, ma la Sardegna non può continuare ad essere in balia di chiunque voglia prendere decisioni sul suo destino.
Lo Stato inaffidabile, rinuncia persino alla sua “benevolenza pelosa” per manifestare la sua ferocia e il suo cinismo di cui la “Vertenza delle Entrate” ne è un test. Questa situazione è aggravata da istituzioni politico-amministrative locali sempre meno rappresentative dei sardi, sempre più prive di volontà politica e sempre più assoggettate, intanto noi in Aula perdiamo tempo ad alimentare un dibattito inutile su come “allargare le edicole”.
Il Collegato non può essere un contenitore di Articoli e di “emendamenti-truffa”, ideati per incamerare le poche risorse a disposizione creando privilegi per pochi. Questo Collegato è solo una grande farsa.
Abbiamo necessità di individuare in modo partecipato e responsabile alcune linee d’intervento, poche ma pratiche, tese a dare risultati concreti a partire dal problema occupazionale. Non abbiamo più un’economia nostra e questa maggioranza deve trovare le formule per sottrarci all’ulteriore povertà e all’assoggettamento.
Parlare in questo contesto di “Edicole”, ancora di “Fondazioni” che finiscono per essere lesive per la stessa cultura, di sostegni per una Maratona ad Alghero a costi indecenti (250.000€), di sostegni per qualche chiesa che si occupa di detenuti in affido (bene farebbero le istituzioni ad occuparsene in prima persona!) o di Abbanoa per la quale è stata chiesta una sanatoria di 50 milioni di € ignorando il fatto che sarebbero comunque insufficienti per fronteggiare il forte indebitamento e che l’”intervento tampone” coprirebbe solo qualche mese. Ma non si tratta solo di risorse mancanti… NON si può ignorare la vittoria del referendum contro la privatizzazione dell’acqua, per cui Abbanoa deve innanzitutto rinunciare all’idea malsana di cedere a privati il 40% delle azioni(?)… Tutto questo è palesemente lontano dall’idea di legiferare per “incidere” sui grandi temi della crisi.
Sull’occupazione: se nel programma del Presidente Cappellacci era previsto “il rilancio dell’edilizia come volano di sviluppo dell’economia”, è incomprensibile la posizione contraria della maggioranza (qualche giorno fa in Aula) alla proposta del recupero urbanistico-architettonico delle case rurali. Le case rurali sono parte integrante del nostro territorio, sono espressione delle nostre economie tradizionali e fanno parte della cultura. Ovviamente in qualsiasi parte del mondo sarebbero al centro di un progetto di recupero, di conservazione, di valorizzazione culturale e di occupazione. Ma questo CD ha palesemente un’idea diversa di ”rilancio dell’edilizia”.
La politica di questa maggioranza sulla ricerca delle risorse finanziarie, è schizofrenica. Da una parte si praticano tagli ai servizi essenziali, ai poveri, agli studenti, sulla scia vergognosa dei tagli alla Legge 162 per l’assistenza ai cittadini non autosufficienti. D’altra parte c’è il richiamo severo alla Sardegna, mosso dall’Unione Europea sui ritardi e sulla cattiva gestione dei fondi comunitari, la dice tutta.
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale
Commenti