Trident Nato – Teulada: il 3 novembrenon erano “scontri” ma un'”aggressione unilaterale”- A foras il questore Gagliani dalla Sardegna
A Teulada il corteo di pacifisti con le mani in aria è stato aggredito da parte delle forze dell’ordine. Fogli di via, denunce e pestaggi sono atti di intimidazione e di repressione che vanno interpretati nel contesto politico internazionale. Il “caso Teulada” non riguarda solo la nostra Isola e la nostra gente ma è un problema molto più ampio: è in casa nostra che preparano e alimentano le guerre nel mondo, ed è al mondo che si richiede attenzione su ciò che accade in Sardegna.
Sul perché il questore Gagliani debba abbandonare Cagliari e la Sardegna, ce lo spiega il Costituzionalista Andrea Pubusa sul sito di Democrazia Oggi. In allegato il Pensiero del costituzionalista del 2 novembre, vigilia della manifestazione a Teulada e del 3 novembre, dopo la manifestazione.
“Signor Questore, mi scusi, rilegga la Costituzione” – di Andrea Pubusa
Dal sito di Democrazia Oggi – 2 Novembre 2015
“La Rete no Basi né Qui né Altrove” ha indetto una manifestazione contro la Trident Juncture 2015 il 3 novembre davanti al poligono di Teulada. La questura è stata regolarmente preavvisata il 29 ottobre, dunque nei tre giorni precedenti l’iniziativa, come prevede la legge.
Il questore Vito Danilo Gagliardi ha emanato un comunicato, nel quale afferma che la manifestazione non verrà autorizzata perché mancherebbero non meglio precisati “canoni di sicurezza“.
Ora, signor Questore, consenta una correzione che non è meramente linguistica. Lei non può non autorizzare l’esercizio della libertà di riunione, per la semplice ragione che questa è una libertà, come tale insuscettibile di autorizzazione. Ha mai visto, lei, una libertà autorizzata? Non le sembra un ossimoro?
Lei dovrebbe sapere che la libertà di riunione è soggetta a preavviso, ma solo per far sì che la questura possa apprestare le misure idonee a consentirne l’esercizio nel migliore dei modi. E’ vero invece che può vietarla, ma “soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica“. Comprovati, signor Questore, non ipotizzati. Come si può dire che esiste una prova seria di pericolo all’incolumità e alla sicurezza pubblica, quando tutte le manifestazioni antiTrident, comprese quelle di sabato, si sono svolte, come lei stesso ammette, “tranquillamente“?
Signor Questore, le riporto l’articolo 17 della nostra Carta, un ripasso non fa mai male:
“I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica“.
Nè lei può richiamare i provvedimenti emessi nei confronti di alcuni antimilitaristi, per impedire loro di avvicinarsi al Poligono di Teulada. Intanto perché non si sa se quei signori parteciperanno alla manifestazione a Teulada; in secondo luogo, perché la loro presenza non metterebbe in pericolo la sicurezza degli altri partecipanti. E dunque, lei non può vietare la manifestazione, per questo motivo, che sarebbe un vero e proprio pretesto. Non può conculcare una libertà costituzionale in capo a tanti cittadini, che non hanno foglio di via. In terzo luogo perché quei fogli di via hanno tutta l’aria di essere illegittimi e frutto di una forzatura. Lei dice che “i fogli di via sono stati emessi dalla Questura perché queste persone sono state viste più e più volte girovagare [sic!] nelle vicinanze del perimetro del poligono di Teulada sia dal personale di vigilanza che dal nostro personale“. E le pare che basti questo per limitare un’altra libertà costituzionale? Conosce l’art. 16, primo comma, della Costituzione? Eccolo: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche“. Le pare che lei possa seriamente dire che alcuni attivisti che si aggirano per Teulada o nelle sue spiagge costituiscono un pericolo per la sicurezza? Suvvia! Un po’ di buon senso! Anch’io per tutta l’estate e fino a due domeniche fa, ho “girovagato” nei pressi dei “monti di sabbia”, le famose dune di P. Pino, attigue al poligono, e, d’estate, ho anche solcato il mare antistante la base con la vela di un amico. Sono antimilitarista e antibase, lo confesso, embé?, lei mi fa il foglio di via? Ma dai!
Signor Questore, lei è “reo confesso” quando dichiara all’Ansa: “Dovevamo dare un segnale importante dopo la richiesta di manifestazione“. Quindi è la manifestazione che intende vietare, ma non per motivi “comprovati” di sicurezza e incolumità pubblica, che lei neanche enuncia, ma perché vuole dare una segnale! Forse pretende di mettere a tacere i sardi? Forse pensa di sospendere i diritti costituzionali in provincia di Cagliari? Ma dai!
Poi dice del preavviso della manifestazione: “una richiesta aleatoria senza un luogo di partenza preciso, un orario, un percorso con un corteo lungo il perimetro del Poligono che chiaramente non sarà autorizzato”. Ma se ci sono incompletezze e genericità nel percorso lei non può vietare un bel nulla, al più deve chiedere un chiarimento agli organizzatori sul percorso e, in mancanza, precisarlo con loro. Lo dice lei stesso: “nella eventualità volessero fare un presidio organizzato e concordato troveremmo la giusta sistemazione“.
Infine, un consiglio e un’avvertenza amichevoli e nell’interesse generale. Signor Questore, si ricordi che Lei vive in un ordinamento costituzionale e che, nell’assumere servizio, ha prestato giuramento di osservare la Costituzione e di garantire le libertà costituzionali dei cittadini. Questo è il suo compito fondamentale. E, se ben ci pensa, è un compito bellissimo. Lei, non i pacifisti, laddove desse malauguratamente seguito ai suoi divieti in violazione della Carta, rischia di creare pericolo alla sicurezza e incolumità pubblica. Non è meglio abbassare i toni, evitare i proclami, lasciar da parte improbabili segnali a chicchessia, e tornare alla ragionevolezza?
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“Grazie, signor questore, ma non lo faccia più!” di Andrea Pubusa
Dal sito di Democrazia Oggi – 3 Novembre 2015
Signor questore, se fossi un pubblicitario, non baderei a spese pur d’ingaggiarla. Sì, signor questore perché, se questa manifestazione contro Trident ha avuto una grande copertura mediatica, il merito è tutto suo. Quale amplificazione hanno dato all’iniziativa i suoi inappropriati proclami alla stampa! E quali le sue maldestre iniziative! S’immagini se la manifestazione si fosse svolta, con un questore normale, di buon senso. Mi creda, non avrebbe fatto notizia. I pacifisti avrebbero sfilato in corteo verso S. Anna Arresi o nella spiaggia, gridando tranquillamente i loro slogan “A foras is basis”, “No a sa gherra!” “Boleus trabballai in paxi” e simili. E tutto sarebbe andato liscio. Trafiletto su L’Unione sarda e su La Nuova e niente più. Lei invece ne ha fatto un evento nazionale e forse persino internazionale. Grazie per questo impagabile contributo alla causa. L’Italia sa e il mondo sa che in Sardegna c’è opposizione alle basi e ai giochi di guerra.
Se invece, guardo la sua condotta da cittadino e da giurista democratico, debbo essere severo. Lei, signor questore, ignora la Costituzione e, nonostante i miei inviti, si rifiuta di leggerla o se la legge, la legge alla rovescia. Trasforma una manifestazione di gente tranquilla e perfino allegra, con la presenza pure d’intere famigliole, in un momento di tensione. Lei è stato preavvisato per tutelare i manifestanti, per consentir loro di esercitare il loro diritto, senza intralci o pericoli connessi. Doveva, ad esempio, controllare la circolazione stradale a garanzia della sicurezza e dell’incolumità. Cosa c’entra con tutto questo l’invasione dei pullman dei partecipanti per un controllo occhiuto dei documenti? Forse in questo modo si tutela qualcuno o qualcosa? O si è creata un’inutile tensione? E’ questo il segnale che lei, signor questore, voleva dare?
Anche il pestaggio di un drappello di una quarantina di pacifisti, che ha deviato la marcia e si è diretta nello sterrato verso il poligono, è del tutto sproporzionato. Lei non può far manganellare manifestanti che può controllare e contenere in altro modo. Si tratta di eccessi, che nulla hanno a che vedere con la sicurezza e l’incolumità pubblica che lei deve tutelare. Anzi, sono proprio queste condotte a violarle. Del resto, questo piccolo gruppo di pacifisti. a fini puramente dimostrativi, ha imboccato uno dei percorsi usuali degli abitanti e dei turisti, stradelli che portano fin dentro l’area del poligono, ma sono lontani qualche miglio dai luoghi dove si spara. Lei sa, signor questore, che nel perimetro della base rientrano anche “le montagne di sabbia”, le bellissime e bianche dune, visitate d’estate da migliaia di gitanti? In realtà la base è tanto grande che queste aree limitrofe sono, per volontà delle stesse gerarchie militari, prive di custodia e normalmente accessibili a tutti senza limitazioni. E poi, signor questore, all’esercitazione partecipano 36 mila soldati, dotati delle armi più sofisticate al mondo. Quale pericolo potevano creare 40 giovani armati solo di scritte e cartelli?
Lei in questi giorni ha ribaltato la prospettiva costituzionale anche in altro modo. La Carta ripudia la guerra, ossia enuncia il principio pacifista, e i pacifisti vengono compressi con le milizie, mentre viene protetto chi fa giochi di guerra in vista di una guerra vera. E si badi i sistemi d’arma adottati e le esercitazioni non riguardano una attività di difesa del nostro territorio, attività ammessa dall’art. 11 della Carta, ma sono mirate ad attacchi in territori lontani, ossia sono del tutto fuori dallo spirito della legge fondamentale. E, allora, visto che siamo in tempi di segnali, un segnale lo lanciamo anche noi, noi normali cittadini democratici: a questa violazione della lettere e dello spirito della Carta non ci stiamo, lo diciamo tranquillamente ma con fermezza a lei signor Questore pro tempore, come lo dicemmo a piè fermo a quel prefetto che intendeva vietare i cortei nelle vie centrali di Cagliari, per relegarli nella periferia. Non ci stiamo, a prescindere dal merito delle iniziative, perché le libertà non sono buone se ne condividiamo i contenuti concreti e cattive se dissentiamo. No, sono inviolabili sempre, sono buone e sacrosante in sé, a prescindere. E noi non consentiremo che vengano conculcate. Chiaro?
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