Flotta Sarda
CONTINUITA’ TERRITORIALE – FLOTTA SARDA – INSULARITA’
Sulla polemica fra varie forze politiche sul fatto che “due navi non costituiscono una flotta”.
Il dato politico è che per la prima volta la RAS, a fronte di un aumento spropositato delle tariffe del trasporto navale attuato dal cartello degli armatori (Moby-Grimaldi etc.) che insieme alla Tirrenia controllano il traffico marittimo da e per la Sardegna, prende una netta posizione in difesa del diritto (spesso disatteso) della mobilità per persone e merci.
Fino ad oggi un fatto del genere non era mai successo in questo particolare settore. Se è vero che due navi non fanno una flotta, è altrettanto vero che un intervento (che copre il 5% del “mercato – trasporto marittimo”) ha determinato, da parte del cartello, una rapida marcia indietro con ridimensionamento dei costi del trasporto.
Nel frattempo, un altro cartello che vede sempre fra i partecipanti gli armatori Onorato e Grimaldi, sta tentando la scalata alla Tirrenia, cercando sul modello del “caso Alitalia” di acquisire il naviglio, le rotte e le sovvenzioni statali previste per la loro gestione ad un prezzo da fallimento. Ovviamente cercando di scorporare dall’”affare” i “debiti Tirrenia” che dovrebbero essere lasciati allo Stato italiano e quindi pagati dai contribuenti.
Lo stesso cartello, prendendo posizione contro il “calmieramento” dei prezzi del trasporto attuato dalla RAS, minaccia di abbandonare “l’acquisizione della Tirrenia” qualora lo Stato italiano non intervenga sulla RAS per imporre il ritiro dell’”operazione flotta sarda”, che comunque rappresenta una rottura dei cartelli dei trasporti marittimi.
I sindacati ricalcando logiche di schieramento, si sono espressi in modo controverso e frammentario sulla situazione dei trasporti marittimi, che è comunque fondamentale per qualsiasi modello di sviluppo si voglia proporre per la Sardegna.
Al di fuori degli spot post-elettorali e delle polemiche del gioco delle parti, ilproblema del monopolio dei trasporti, dell’insularità e del diritto alla mobilità per i sardi e per chi viene in Sardegna che dovrebbe essere garantita a prezzi equi e parametrati al trasporto medio ferroviario attuato in tutt’Italia, resta sul tavolo della vertenza come un macigno che blocca qualsiasi prospettiva e progetto di sviluppo economico e di scambi (culturali, economici etc.) con tutto il bacino del Mediterraneo che ci vede al centro e come potenziale ponte fra l’Europa e il Nord Africa.
Un tema così prioritario come quello dei trasporti marittimi, vista l’iniziativa positiva anche se parziale della RAS, impone un dibattito urgente in in Consiglio Regionale.
La c.d. “flotta sarda” seppur parziale pone in modo forte il tema da sempre caro a tutte le forze nazionalitarie sulla necessità di dotarsi di un sistema di trasporto proprio in modo tale da non essere più ricattati dai monopoli come quello della Tirrenia che dal 1936 in poi, ha di fatto condizionato e determinato la nostra condizione economica e di insularità.
La gestione democratica del sistema “trasporto marittimo”, deve vedere al primo posto l’intervento della RAS, delle Province e dei Comuni interessati negli scali marittimi, per interrompere il sistema monopolistico proponendo una gestione mista, ovvero pubblica (con intervento di RAS, provincie e comuni interessati negli scali marittimi) e privata (con operatori del settore e un forte azionariato popolare).
Questo progetto potrebbe essere proposto e gestito dalla RAS sulla c.d. “Vertenza Tirrenia”: il naviglio ex-Tirrenia, le rotte, i contributi previsti dalla Stato italiano per quelle tratte, in cambio di una piccola parte del debito sulle Entrate Fiscali. Un debito accumulato in questi anni dallo Stato italiano e mai restituito ai sardi che continuano ad avere la propria economia strozzata da un’imposizione fiscale iniqua e usuraia, ovviamente gestita dallo Stato.
La RAS in modo unitario deve esercitare pressioni sul “caso Tirrenia” per acquisirla in toto o in parte e per costituire una flotta sarda che possa garantire ai sardi la continuità territoriale e l’opportunità di gestire il proprio sviluppo.
Claudia Zuncheddu
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