Poligono di Quirra e la deportazione dei pastori
Sul problema della militarizzazione della Sardegna, la stragrande maggioranza della classe politica sarda si comporta come se fosse complice, succube o entrambi le cose dello Stato italiano.
Consiglio Regionale del 30/06/2011
Mozione n° 132
“Sulla grave crisi sociale, economica e ambientale dei territori di Perdasdefogu e di S.Lorenzo (Villaputzu), con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’Art 54 del Regolamento”.
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Con questa mozione (di cui allego il testo integrale) di fatto si tenta di criminalizzare tutte le associazioni e tutti i sardi che a livello anche individuale si sono mobilitati contro la militarizzazione del proprio territorio “…che creando allarmismo e sciacallaggio attraverso la stampa, avrebbero disorientato le popolazioni residenti e danneggiato i pastori…”. In questa mozione, non si dice una parola contro lo Stato italiano per le sue responsabilità nel territorio di Quirra e nel resto della Sardegna, non dice una parola per la difesa del nostro ambiente, tanto meno si parla di richieste di risarcimento che lo Stato italiano deve ai nostri pastori, ai nostri agricoltori e alle economie delle popolazioni limitrofe al poligono, per i danni provocati in decenni di esercitazioni e sperimentazioni militari. Ancor meno si spende una parola sul tema della pace nel Mediterraneo e del ruolo della Sardegna in questo scenario come isola di promozione di pace e non di “giochi di guerra”.
Tracce del mio intervento
La classe politica sarda si comporta come se fosse complice, succube o entrambi le cose dello Stato italiano.
I due interventi che mi hanno preceduto (Sabattini e Porcu del PD), mi portano a leggere la sintesi del giudizio sui sardi, provenienti dagli archivi della CIA negli anni della guerra fredda: ”…L’Italia è una mega portaerei che si affaccia sul Mediterraneo, si sporge a Est e sbircia sul Medio Oriente. All’interno di questa mega portaerei c’è la Sardegna, fa parte della portaerei ma non ha quel fastidioso problema della gente e delle città: una sorta di ponte libero. Ettari ed ettari non cari, quasi spopolati o comunque abitati da gente, i sardi, tenaci e coriacei ma, come risaputo, incapaci di costituire movimenti collettivi o iniziative comuni. L’isola è povera e per questo facilmente comprabile con qualche centinaia di posti di lavoro nelle basi militari da offrire come mangime a qualche confacente politico nazionale e regionale…” .
Questo discorso, nella sua sostanza, è drammaticamente in sintonia con le cose che purtroppo oggi ho sentito negli interventi che mi hanno preceduto. Ma in quest’Aula, a questo punto, andrebbe bandito una volta per tutte, se non siamo degli ipocriti della politica, l’uso del concetto di Sovranità, termine di cui troppo spesso si abusa. Il termine Sovranità, secondo il ragionamento precedente, andrebbe sostituito con il termine più proprio di “sudditanza” e “asservimento” ai poteri forti interni ed esterni alla Sardegna.
Ben sappiamo che non è compito della Regione Sardegna pagare per i danni prodotti dallo Stato italiano nel nostro territorio. Ma tutto si fa all’insegna della massima sudditanza. Non bastano i Fondi FAS sottratti ai Sardi e la Vertenza delle Entrate mai chiusa con lo Stato italiano… facciamogli ancora regalie… stanziando noi fondi per risarcire i danni prodotti ai nostri pastori e alle nostre economie tenute in sudditanza.
Noi chiediamo che la Classe Politica Sarda si costituisca parte civile contro lo Stato Italiano per i suoi interessi finanziari legati ai poligoni di tiro e di sperimentazione di ordigni di qualsiasi tipo nel nostro territorio e per gli ingenti danni da ciò prodotti. La RAS, i consigli provinciali e i comuni interessati devono essere parte attiva nella difesa dei diritti dei sardi a una vita migliore, alla buona salute e al benessere economico.
La magistratura sta conducendo con la Procura di Lanusei un’inchiesta su Quirra, arrivando persino a imporre l’allontanamento dei pastori e degli allevamenti. Tutto ciò nel silenzio di questo Consiglio Regionale che votando l’odg (credo il 10 marzo) per la chiusura immediata del poligono, si è espresso con 22 voti a favore, 22 contro. Qualcuno, per non prendere posizione, ha preferito abbandonare l’Aula, forse fra questi c’era anche lei, consigliere Sabattini…
Ciò significa che la Politica Sarda rinuncia a fare la sua parte, sostituendosi allo Stato italiano stanzia un po’ di fondi pensando di zittire i pastori e promuovendo ennesime indagini sanitarie inutili, per poi non cambiare nulla.
Ma a proposito di fondi stanziati vorrei ricordare che grazie al senatore Mauro Bulgarelli (non sardo), con la Finanziaria 2007, nell’ambito del bilancio dello Stato, si stanziarono 25 milioni di € x 3 anni destinati a interventi di bonifica ambientale e sanitaria su tutte quelle aree, sia dismesse che attive, ove insistano poligoni militari. In considerazione dell’alta concentrazione delle aree adibite a tale uso, l’emendamento interessava in primo luogo la Sardegna.
In quell’occasione, per la prima volta, si sancì un principio importante, e cioè che i soldi destinati al comparto della Difesa possono essere destinati anche al recupero del territorio, nella prospettiva del suo pieno godimento da parte della popolazione.
Purtroppo, poco si conosce sulla fine di questi fondi stanziati dallo Stato dopo le battaglie dei pescatori di Teulada (a loro volta danneggiati dalle esercitazioni nel poligono di Teulada). Pare che una parte siano stati dirottati per la bonifica dell’Arsenale di La Spezia, e dico “pare” perché la RAS non si è mai preoccupata di rivendicare questi fondi, così come non si è preoccupata di conoscerne il destino. Ma dov’erano i nostri politici allora e quali erano i loro reali intendimenti?
Inoltre con il Decreto del Ministero della Difesa del 28 Aprile del 2008, sull’istituzione del Comitato Territoriale d’Indirizzo per l’espletamento del monitoraggio ambientale e sanitario sulle aree adiacenti il Poligono di Quirra, lo Stato stanziava 2.500.000€, per un accertamento sanitario, di cui non si sa nulla, e che oggi la RAS, “quasi inconsapevole”, ripropone a proprie spese.
Di certo sappiamo che il “Piano di Caratterizzazione” sarebbe stato fatto dalla Difesa nominandosi “controllore e controllato”, nella totale mancanza di trasparenza e di credibilità, e con la misteriosa “uscita di scena” del Ministero all’Ambiente che in origine era presente.
Oggi, gli stanziamenti della RAS di cui si parla in questa mozione, paradossalmente servono per zittire i pastori e per promuovere ancora una volta nuove indagini!
Questo è il test dell’ennesimo rifiuto della RAS alla propria Autonomia e alla sua Sovranità, di cui tanto si parla e ci si riempie la bocca.
– La RAS deve motivare in Aula il perché proponga nuove indagini senza che abbia minimamente preso in considerazione i risultati di quella appena conclusa.
– Se la RAS è a conoscenza del tipo di indagine scientifica ancora in corso sugli animali di quei territori. Mi rivolgo a lei assessore Liori, anche perché è un medico, per sapere ad esempio se stanno praticando i prelievi midollari sulle pecore all’atto della macellazione. Questo è un test scientifico necessario per rilevare il c.d. “Danno Potenziale” da inquinamento ambientale.
– On. Liori, gradirei avere il suo parere sull’elevata incidenza dei tumori a Villaputzu, 8 volte superiore a Muravera, due centri vicini e assai simili anche come concentrazione demografica, con il particolare che Villaputzu è a ridosso del poligono di tiro.
Ancora oggi quando si parla delle problematiche sanitarie legate ai poligoni militari, la risposta è sempre la stessa: “ci vuole un’indagine scientifica”, un’ennesima indagine che andrebbe a sommarsi a tante altre… per prendere tempo, non informare nessuno e per non cambiare nulla.
Oggi, così come la Magistratura agisce secondo le sue competenze e le sue funzioni, si chiede alla Politica di fare la sua parte. Ribadisco che è dovere della RAS, delle Province e dei Comuni interessati, costituirsi parte civile contro lo Stato e imporre:
– la sospensione delle esercitazioni militari in virtù del “Principio di Precauzione”. Questa è una norma in materia di sicurezza ambientale, contemplata dal Diritto Internazionale (dell’Ambinete), che afferma “che ove vi siano minacce di danno serio o irreversibile, l’assenza di certezze scientifiche non deve essere usata come ragione per impedire che si adottino misure di prevenzione della degradazione ambientale”.
La RAS deve verificare il Piano di Caratterizzazione fatto dalla Difesa con il coinvolgimento dell’ARPAS, suo ente preposto e quali sono le conclusioni a cui si è giunti. La RAS e i suoi delegati, dovrebbe relazionare in Aula su questi lavori prima di proporne altri… in modo maldestro.
La proposta concreta è che :
1) La RAS con le Provincie e i Comuni interessati aprano una Vertenza con lo Stato italiano in quanto responsabile dei danni alle persone, agli animali e all’ambiente;
2) Imporre la sospensione delle esercitazioni militari in base al Principio di Precauzione;
3) Quantificare i danni e risarcire i pastori e le collettività per le ripercussioni sulla salute, sull’economia locale e sulla stessa immagine dei luoghi;
4) Il monitoraggio serio e trasparente con la partecipazione di esperti riconosciuti dalla società civile;
5) Avviare i lavori di bonifica e di rinaturalizzazione del territorio, mare compreso, con il coinvolgimento di imprese sarde. Questa si, sarebbe una risposta concreta al problema occupazionale.
La classe politica sarda deve liberarsi dalla sudditanza che sino ad oggi l’ha giusto relegata al ruolo di “guardiano della vigna”.
Claudia Zuncheddu
Allego il testo integrale della mozione da me non condivisa.
CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
Mozione n. 132
MOZIONE SABATINI – SANNA Gian Valerio – DIANA Giampaolo – VARGIU – MELONI Francesco – BRUNO – CUCCU – MORICONI – AGUS – ESPA – CORDA – CUCCA – MELONI Marco – LOTTO – MELONI Valerio – COCCO Pietro – SOLINAS Antonio – MANCA – BARRACCIU – MULAS – STERI – CAPPAI – OBINU – CAPELLI – BIANCAREDDU – COCCO Daniele Secondo – SALIS – MARIANI – ARTIZZU – SANNA Matteo – PORCU sulla grave crisi sociale, economica e ambientale dei territori di Perdasdefogu e di San Lorenzo (Villaputzu), con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– è in atto nei territori di Perdasdefogu e San Lorenzo (Villaputzu) una vera e propria emergenza sociale conseguente alle iniziative legate all’accertamento delle reali condizioni di inquinamento territoriale per effetto delle attività svolte nel poligono militare;
– tale emergenza sta determinando un progressivo disorientamento nelle popolazioni residenti sia per l’impossibilità di vedere garantite l’attuale occupazione e le ordinarie attività agropastorali dalle quali le suddette popolazioni traggono reddito, sia perché i timori e gli allarmi degli ultimi mesi, peraltro ancora non corroborati da adeguati ed autorevoli evidenze scientifiche, stanno progressivamente deteriorando la già indebolita immagine territoriale e turistica di tutta l’area interessata dai diversi provvedimenti cautelari;
DATO ATTO che le problematiche in atto nel territorio del Salto di Quirra non intendono interferire nella discussione circa la presenza militare in Sardegna, demandata a specifici e più generali criteri di concertazione tra Stato e Regione, anche alla luce e in conseguenza degli esiti delle indagini attualmente in corso sulla correlazione fra salute, umana e animale, e attività militare;
CONSIDERATO che sarebbe stata opportuna e necessaria, in uno spirito di leale collaborazione fra i diversi apparati dello Stato, un’azione complessivamente coordinata fra le diverse autorità competenti per garantire processi di indagine a basso impatto sociale ed emotivo e in grado di affrontare adeguati piani compensativi in caso di accertato pericolo per la salute,
impegna la Giunta regionale
- a garantire adeguati stanziamenti al fine di far fronte alle difficoltà socio-economiche dei territori interessati;
- a richiedere allo Stato l’immediata erogazione dei contributi della legge n. 104 del 1990, da devolvere alla Regione che successivamente li dovrà trasferire ai comuni interessati;
- a voler concordare con gli enti locali territoriali un reale piano di utilizzo delle risorse destinate agli indennizzi e al recupero del territorio del Salto di Quirra;
- a richiedere immediatamente la convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per approfondire e valutare la difficile situazione sociale ed economica del territorio del Salto di Quirra e i problemi inerenti l’evacuazione del bestiame presente all’interno dell’area del poligono;
- a voler garantire sul sito ufficiale della Regione la massima trasparenza informativa sugli esiti scientifici delle indagini in corso.
Cagliari, 22 giugno 2011
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