Sui costi della Politica
Comunicato Stampa
Non è una questione di numeri di consiglieri ma di privilegi, di scarsa produttività e di negazione della democrazia.
L’imponente manifestazione in corso a Cagliari, che vede la partecipazione massiccia dei sardi provenenti da tutta l’isola è l’ennesimo segnale della drammaticità della crisi sociale ed economica che attanaglia la Sardegna, e a cui il sistema politico stenta a trovare soluzioni.
Lo stesso allontanamento e la disaffezione dei cittadini alla politica, impone una più ampia partecipazione democratica alle scelte sul futuro dei sardi. Siamo di fronte ad una democrazia fortemente autoritaria ed elitaria che di fatto impedisce il rinnovamento della politica e la creazione di spazi di democrazia partecipativa. Da qui la necessità di rottura di tutti quei cliché e di quei metodi che portano alla difesa dei privilegi personali all’interno del sistema politico.
Ribadiamo che la proposta trasversale della gran parte dei politici in Consiglio Regionale di ridurre il numero dei componenti del Consiglio da 80 a 60, per l’abbattimento dei costi della politica non più sostenibili, è una proposta demagogica e un ennesimo taglio alla democrazia. Tale proposta implicherebbe la negazione di rappresentanza a tutte le minoranze presenti nella realtà sarda e con scarsi risparmi per le casse pubbliche.
Coerentemente con la proposta di legge depositata già da tempo in Consiglio, ribadiamo la necessità dell’ abbattimento di tutti i privilegi dell’apparato politico-amministrativo, a partire dal costo di ogni consigliere e con l’apertura dei “palazzi del potere” alla massima partecipazione popolare.
I costi della politica non vanno confusi con i costi della democrazia, anche perché se così fosse, paradossalmente oggi i costi della politica per i cittadini è altissimo, contro un livello di democrazia e di partecipazione bassissimo, che esclude sempre di più il controllo popolare sull’attività e sulle scelte all’interno delle istituzioni.
Il problema dei costi della politica quindi non è una questione di numeri ma di privilegi, di scarsa produttività e di negazione della democrazia.
Cagliari, 06/07/2011
Claudia Zuncheddu – Indipendentisti
Radhouan Ben Amara – Comunisti
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