La “nuova discarica dell’inceneritore del Cacip” – dal Consiglio comunale di Uta a quello di Capoterra
Il Consiglio comunale di Capoterra, venerdì 23, con il suo voto unanime contro la nuova discarica del Cacip, ha espresso la sua netta contrarietà all’ennesimo progetto che viola il diritto alla salute dei cittadini e dell’ambiente, che in nome del Profitto per pochi (i soliti noti), sacrifica il territorio e le sue vocazioni. Tutto ciò in controtendenza all’orientamento delle politiche europee sulla gestione dei rifiuti e sulla pratica dell’incenerimento definita “un crimine contro l’umanità”.
E’ preoccupante l’ambiguità della maggioranza che oggi amministra il comune di Uta in materia ambientale. A pochi mesi dal suo insediamento già emergono incertezze e titubanze sulla necessità di porre fine alle politiche devastanti, che da decenni, hanno determinato la metamorfosi ambientale di uno dei paradisi della Sardegna in un inferno: il sud ovest dell’Isola.
Giovedì pomeriggio, la seduta del Consiglio comunale, conclusa a tarda notte, sul tema all’ordine del giorno: “nuova discarica del Cacip”, ha visto una notevole partecipazione della cittadinanza, in testa il Comitato contro la discarica di Uta, sostenuto dal Comitato di Capoterra. Sono tecnici, ingegneri, geologi, archeologi, agricoltori, medici, cittadini ben preparati e consapevoli, che hanno messo a disposizione della “giovane e apparentemente sprovveduta amministrazione” le proprie competenze perché non si incorra nell’errore di dare continuità allo scempio nei propri territori.
Alla nuova amministrazione i cittadini chiedono “discontinuità” con le vecchie politiche responsabili dell’inquinamento ambientale, della compromissione della salute pubblica e della distruzione del territorio e delle sue attività tradizionali e turistiche.
Da questa “nuova generazione di amministratori”, le collettività locali pretendono il “cambiamento” a partire dalla Moralizzazione delle istituzioni, dalla Legalità e dalla Trasparenza negli atti politici e amministrativi. La trasmissione dei lavori dell’Aula, ad esempio via streaming, sarebbe un atto di Trasparenza che consentirebbe ad ogni cittadino di seguire i lavori consiliari da casa e di conoscere le posizioni di ogni rappresentante istituzionale sui temi di volta in volta all’ordine del giorno. Questa prassi già adottata da altri comuni, andrebbe suggerita anche al sindaco di Uta, che ingiustificatamente ha ammonito qualche fotografo per “violazione della privacy”, paradossalmente, di un’assemblea pubblica.
La partecipazione democratica dei cittadini a Uta come a Capoterra, nelle assemblee comunali, ha lo spirito di contribuire a orientare chi amministra verso scelte virtuose per la propria cittadinanza e per l’habitat in cui vive. La salute e la sicurezza del cittadino deve essere al centro di ogni scelta delle amministrazioni.
La nuova discarica del Cacip è il banco di prova per la giovane amministrazione di Uta, in cui la cittadinanza ha posto tante speranze e vigilerà affinché siano esaudite e non tradite.
Claudia Zuncheddu
Rassegna stampa
Sardegna Reporter: Capoterra come Uta. Un secco NO dei cittadini alla nuova discarica del Cacip
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