Equitalia: sottrarre ai “Poveri” per dare ai “Nuovi Poveri”
Interpellanza Zuncheddu – Uras – Ben Amara – Cugusi – Sechi su interventi urgenti per i contribuenti indebitati con Equitalia
I sottoscritti Consiglieri Regionali,
Premesso
– che la Giunta Regionale con delibera n. 23/3 del 12 maggio 2011 dispone di destinare 10 milioni di euro alle persone ed ai nuclei familiari con reddito pari o inferiore alla soglia di povertà che non sono in grado di far fronte agli oneri di natura tributaria con Equitalia;
– che tale somma, che riteniamo estremamente insufficiente in rapporto al dramma sociale ed economico che vivono le nostre comunità, viene recuperata all’interno delle risorse di 30 milioni di euro, stanziate per gli interventi di contrasto alle povertà e nello specifico sulla concessione di contributi finalizzati all’abbattimento dei costi dei servizi essenziali;
– che nella stessa delibera tra i vari interventi c’è l’istituzione di un tavolo di confronto con Equitalia, INPS e Agenzia delle Entrate;
Considerato
– che i debiti con Equitalia da parte dei contribuenti ammontano a circa 600 milioni di euro;
– che i Comuni anche utilizzando per intero i 30 milioni delle risorse stanziate non riescono a sanare una condizione di sempre maggior povertà dei sardi e che dovranno destinarne 1/3 per pagare di fatto Equitalia con priorità rispetto agli altri destinatari dei contributi già estremamente disagiati;
– che la Regione Sardegna, per sua stessa ammissione, “trasferisce” al governo italiano la piattaforma richiesta dai manifestanti anti-Equitalia, senza dichiarare una sua formale adesione, condivisione e sostegno ai temi sopracitati:
INTERPELLANO il Presidente della Regione e l’intera Giunta per sapere:
a) se non ritengano insufficiente la destinazione di soli 10 milioni di euro (sottratti dal fondo destinato agli interventi di contrasto alle povertà) a fronte di debiti dei contribuenti morosi di 600 milioni di euro che, pur considerando come unico criterio di destinazione delle risorse la soglia di povertà, risultano essere assolutamente insufficienti e non risolutori;
b) se non ritengano, “perlomeno scandaloso e inopportuno”, sottrarre ai “già poveri” per destinare ai “nuovi poveri” risorse che potrebbero essere prelevate da altri capitoli di bilancio al posto di quello sulla spesa sociale già penalizzata da innumerevoli tagli;
c) se sia opportuno che la Regione Sardegna debba “solamente confrontarsi” con Equitalia quando a priori essa ha dimostrato nei fatti di non aver nessun interesse al bene reale della collettività e che anzi finora, i suoi metodi e i suoi atti, siano andati oltre la legalità, con l’alibi della lotta all’evasione fiscale;
d) se la Regione Sardegna, anziché fare l’ulteriore “regalia” ad Equitalia di 10 milioni di euro, non ritenga invece urgente e necessario denunciare l’operato di Equitalia alle autorità competenti e mettere in mora il suo cosiddetto “servizio alle collettività”;
e) se la Regione Sardegna, visto anche il controverso esito della cosiddetta “Vertenza delle Entrate” con lo Stato italiano, ritenga opportuno dotarsi di uno strumento regionale atto alla riscossione dei tributi e delle Entrate, e come tale sensibile e vicino alle situazioni di disagio economico e sociale che le nostre collettività hanno espresso purtroppo in modo drammatico;
f) se la Giunta, vista la sua delibera n° 23 del 12/05/2011, non ritenga, nonostante i suoi enunciati apparentemente tesi a dare risposte al forte disagio economico e sociale delle nostre collettività, questi provvedimenti, i loro iter e le modalità di coinvolgimento delle istituzioni locali insufficiente, farraginoso, poco chiaro e inadeguato alla portata della crisi. Con ciò creando in alcuni casi nuovi conflitti fra istituzioni e collettività, senza dare alcun contributo reale alle imprese e alle famiglie sarde per il superamento di una crisi economica, che da noi è al massimo del suo corso, diversamente e anche dalle dinamiche italiane.
Cagliari, 15/07/2011
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