L’aria inquinata a Cagliari e dintorni
Sul perchè a Cagliari e nei comuni vicini ci si ammali sempre di più e sulla qualità della vita, non può esimere la classe politica a tutti i livelli da un’attenta analisi sulle potenziali cause e quindi sui modelli di sviluppo che le nostre città e le nostre popolazioni subiscono.
E’ compito della Politica riflettere, scegliere e dare risposte responsabili alle proprie collettività.
Interrogazione Zuncheddu con richiesta di risposta scritta sullo stato di inquinamento dell’aria a Cagliari e in Provincia.
Premesso che
– già da diversi anni sono state denunciate forti preoccupazioni da associazioni ambientaliste (Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico) e, recentemente, dagli stessi Medici per l’Ambiente (ISDE) sulla situazione dell’inquinamento atmosferico in Sardegna;
– L’Arpas è il soggetto competente a gestire la rete di monitoraggio della qualità dell’aria essendo l’organo tecnico che supporta le autorità competenti non solo in materia di programmazione e autorizzazione ma anche di sanzione campo ambientale;
– Fino al 2008 nelle more dell’istituzione dell’Agenzia la rete di monitoraggio è stata gestita dalle amministrazioni provinciali di Cagliari,Sassari,Nuoro e Oristano;
– Il trasferimento della rete di monitoraggio all’Arpas è avvenuto nel corso del 2008:
– dal 18 febbraio 2008 è stata trasferita dalla Provincia di Cagliari all’Arpas la gestione della rete di monitoraggio atmosferico per le Province di Cagliari, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano;
– dal 4 aprile 2008 è stata trasferita la gestione della rete della Provincia di Oristano;
– dal 16 agosto 2008 quella della Provincia di Nuoro e, infine, dal 6 novembre 2008 quella della Provincia di Sassari;
Preso atto che
– Per quanto ormai sia ben conosciuta la relazione fra le emissioni da traffico da combustione di combustibili fossili, da processi industriali ed effetti nocivi sulla salute, in Sardegna ancora non esiste una attenzione degli enti pubblici al risultai del monitoraggio della qualità dell’aria così come distribuiti sul territorio nell’atto di programmare, monitorare e sanzionare le attività che risultassero eventuali fonti incremento di tale inquinamento;
– seppure sia ormai consolidata la conoscenza su rapporto tra gli effetti nocivi sulla salute e le dimensioni del particolato (vari studi concordano sull’evidenza che il PM 2,5 sia più nocivo del PM 10, e che la frazione ultrafine, che include le nano particelle, quelle cioè di dimensioni inferiori a 100nm, possa indurre una serie di eventi avversi a livello polmonare e cardiocircolatorio e anche a livello di sistemi e organi diversi, incluso il sistema nervoso centrale); timidamente si sta introducendo il rilievo del PM10, mentre del PM2,5, del PUF e delle nano particelle si ignora l’esistenza e quindi non vengono misurate;
Sottolineato che
– tutto ciò avviene in violazione delle norme previste dalla stessa EU;
– infatti la legislazione EU attuale per il monitoraggio del particolato aereo (PM) è raccolta nella Direttiva del Consiglio 1999/30/EC del 22 aprile 1999 che, a parte le norme sul PM10, impone che il PM2.5 debba essere misurato in postazioni rappresentative delle concentrazioni di PM2.5, collocate dove possibile insieme alle centraline che misurano il PM10 (art. 5.2);
– Per il PM10 valori limite indicativi dal 1 gennaio 2010 sono di 20 μg/m3annuali (nessuna tolleranza a partire da questa data), 50 μg/m3 nelle 24 ore da non superare più di 7 volte l’anno;
– La direttiva Europea maggio 2008 prevede inoltre che, nelle aree urbane, gli Stati membri riducano mediamente del 20% l’esposizione al PM2,5 entro il 2020 rispetto ai valori del 2010, obbligandoli a portare i livelli di esposizione in queste zone al di sotto di 20 microgrammi/m3 nel 2015;
Considerato che
– La rete comunale (di Cagliari) di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, messa in servizio nel mese di Ottobre 2001, è ufficialmente in funzionamento a regime dal 01 Gennaio 2002 è costituita da sette cabine di monitoraggio del tipo tradizionale e da due sistemi di rilevamento tragittuale del tipo SANOA;
– Nel report dell’ARPAS sulla qualità dell’aria del marzo 2011 la centralina CENSA1 (Sarroch – Guardia di Finanza) in relazione alle polveri sottili (PM10), ci sono stati 9 superamenti complessivi della media giornaliera, con un valore massimo di 112 microgrammi per metrocubo nella CENSA1 (Sarroch – Guardia di Finanza);
– Nel report dell’ARPAS sulla qualità dell’aria del giugno 2011 nella centralina CENAS8 Cagliari-Macchiareddu in relazione alle polveri sottili (PM10) ci sono stati 6 superamenti complessivi della media giornaliera, con un valore massimo di 162 microgrammi per metro cubo;
Constatato che
– solo questi ultimi valori relativi al PM10 non corrispondono ai valori della pur non recente Direttiva del Consiglio Europeo 1999/30/EC e che non si faccia riferimento al PM 2,5;
Tutto ciò premesso,
Chiediamo al Presidente della Regione e agli assessori della Sanità e della difesa dell’ambiente
1) Quali siano i dati di cui la RAS dispone in merito di inquinamento ambientale in riferimento al caso specifico di Cagliari e Provincia;
2) Se e come intendano adeguarsi alla normativa europea in materia di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico;
3) Come intendano procedere nelle specifiche realtà come quella del Comune di Cagliari e nei comuni limitrofi, dove l’adeguamento alla suddetta normativa non risulta a tutt’oggi attuato;
4) Quali misure siano state finora adottate per conformarsi alla direttiva Europea maggio 2008 per la riduzione nelle area urbana del 20% l’esposizione al PM2,5 entro il 2020 rispetto ai valori del 2010;
5) Quali siano i provvedimenti che intendano adottare per la tutela della salute pubblica in relazione alla grave situazione inerente la qualità dell’aria sia a Cagliari che in provincia;
6) Se la RAS è in possesso ed eventualmente quali siano i dati inerenti le attività notoriamente inquinanti delle zone a forte pressione ambientale e industriale quali per esempio quelle dell’area vasta interessata dalle attività della raffineria della Saras e del termovalorizzatore del Tecnocasic;
7) Quali misure intendano adottare o se nel frattempo ne abbiano già adottato al fine di verificare eventuali responsabilità dell’industria SARAS di Sarroch e del Tecnocasic di Macchiareddu e in quale misura queste realtà industriali incidano nell’inquinamento ambientale di quest’area.
Cagliari 27 Luglio 2011
Commenti