grande solco tra ospedali sardi pubblici e una classe politica inadeguata “pro-clinica dell’emiro”
Sventola già la bandiera del Qatar sul San Raffaele di Olbia. “Aspetta solo le chiavi lo sceicco. Poi magari cambierà la serratura”. Così si legge sulla stampa sarda. Ma la storia racconterà che quella bandiera dello Stato arabo è stata issata da un Consiglio Regionale Sardo espresso da una Legge elettorale incostituzionale e certamente anomala, visto che esprime solamente il 18% della volontà dei sardi. E’ proprio per questa anomalia, che a maggior ragione, la classe politica sarda, uscendo dalla propria torre d’avorio, avrebbe dovuto ampliare il coinvolgimento e la partecipazione ai nostri medici ospedalieri e ai territori nella complessa scelta sul San Raffaele.
Resterà una scelta condivisa da una classe politica pigra e succube che passivamente continua ad affidare le sorti dei sardi a “governi amici”, a “multinazionali amiche”, a “Stati amici… ora arabi”. Tutti sul carro del vincitore Renzi, che impone alla Politica sarda: destra, sinistra &C. operazioni immobiliari e tempestività come oggetto di scambio e di ricatto per altri affari italiani e stavolta con il Qatar.
Nessuno dei consiglieri della RAS ha opposto resistenza. Tutti hanno inneggiato ai finanziamenti stranieri in arrivo nell’Isola. Poco importa se quel miliardo e duecento milioni di fondi sovrani dell’emiro, sono destinati a un investimento meramente immobiliare (160 milioni di anticipo e il resto sarà dilazionato in 12 lunghi anni) e che tutti gli altri costi in termini di finanziamenti, per l’organizzazione ospedaliera, ricadranno dolorosamente su noi sardi.
La storia della Costa Smeralda e dello stesso Petrolchimico, imposto come panacea di tutti i mali per la Sardegna, non ha insegnato nulla. Oggi, dai 60 consiglieri, politicamente variopinti sulla carta, non si è levata una voce critica su quel che sarà in futuro per i sardi la sanità pubblica. Nessuno ha rivendicato il diritto delle nostre collettività a salvaguardare i nostri poli di eccellenza esistenti, le nostre intelligenze scientifiche, le nostre avanguardie pubbliche mondiali, in primis quelle che hanno fatto sì che si allungasse e si migliorasse la qualità della vita dei nostri talassemici.
I circa 60 milioni di euro all’anno che la Regione Sarda si è impegnata a destinare all’ospedale privato dell’Emiro, sarebbero stati determinanti per garantire al meglio il diritto alla salute dei nostri cittadini, organizzando la Sanità territoriale per alleggerire, salvare e potenziare anche i nostri ospedali. Questo sarebbe stato, sì, segno di capacità di razionalizzazione degli investimenti e di lungimiranza politica.
Sulla questione del San Raffaele, sono forti le preoccupazioni tra i medici in tutti gli ospedali sardi e nei territori. Le preoccupazioni degli addetti ai lavori, non sono state colte neppure dalla nostra stampa che sino ad oggi, sulla questione del San Raffaele di Olbia, si è fatta portavoce, quasi esclusivamente del pensiero unico pro-Qatar.
Il “silenzio dei morti” anche da parte della politica fuori dalle istituzioni, merita una riflessione, come se l’omologazione e il pensiero unico dominasse anche laddove sarebbe stato sino ad ora impensabile.
Claudia Zuncheddu
Commenti