… ma attenzione che il tema delle c.d. “quote rosa” in questo momento non venga usato in modo strumentale per distrarci dalla situazione drammatica in cui versano i sardi e per depistraci dall’individuare le responsabilità politiche. E’ da un’analisi attenta degli eventi e delle responsabilità politiche che dobbiamo ripartire per salvare il salvabile.
Consiglio Regionale 10/08/2011
Mozione n° 144
Bruno e più (gruppi di opposizione)
“Sulla nomina degli Assessori regionali a seguito della sentenza del TAR Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’Art. 54 del Regolamento”.
Tracce del mio intervento
Porgo i miei auguri alle assessore neoelette e allargo gli auguri a tutta la Giunta di CD, visto che ne ha davvero bisogno. Non gioisco per il metodo dell’inserimento delle donne in Giunta, visto che è stato possibile solo attraverso forzature legali: una vergogna che segnerà la storia di questa stagione politica sarda.
Non può essere disconosciuto il diritto alla rappresentanza di oltre il 50% della società sarda e la partecipazione alla gestione di Comuni, Province e Regione. Non da oggi il genere femminile vota ed è parte attiva nelle lotte e nelle manifestazioni per risolvere i problemi dei propri territori.
Il malcostume, che esclude l’”altra metà del cielo”, purtroppo è diffuso, seppur con responsabilità differenti fra tutte le formazioni politiche operanti in Italia e nella Nazione Sarda, siano esse di destra, di centro, di sinistra o nazionalitarie.
Per parlare di elezioni recenti, a 15 Km da Cagliari, abbiamo il “caso di esclusione delle donne nella Giunta comunale della città di Sinnai”, con l’aggravante di avere come unica donna, il Sindaco, ovvero la massima carica, senza il supporto di alcuna donna in Giunta; La Giunta del Comune di Iglesias, brilla per avere solo 1 donna; Il Comune di Gonnesa versa anch’esso nella stessa situazione; Per non parlare poi, della Provincia dell’Ogliastra, di Alghero e l’elenco purtroppo è ben più lungo….
Sarebbe di buon auspicio che tutti i comuni e tutte le istituzioni, applicassero le direttive espresse dalle sentenze già promulgate dal TAR del Lazio e dal TAR della Sardegna, per evitare l’umiliazione di ripercorrere le vie legali già note.Sicuramente tutte queste Giunte sarebbero arricchite dall’esperienza, dall’intelligenza, dal senso di Giustizia, di Solidarietà e della concretezza, tipico del genere femminile, così come la popolazione dei territori amministrati ne avrebbero un sicuro beneficio.
Per quanto concerne la Giunta Cappellacci, per sua stessa ammissione,“…totalmente maschile per aggredire meglio i problemi della Sardegna”…come se i problemi della Sardegna si risolvessero con “aggressioni muscolari più o meno virili”. Di queste “aggressioni muscolari”, in questi due anni e mezzo, stanno pagando il conto i pastori, gli agricoltori, il popolo delle Partite IVA e lo strapotere di Equitalia, a cui il Presidente Cappellacci, la sua Giunta e tutto il Consiglio se volessero, potrebbero almeno parzialmente porre un freno, con uno stop, che salverebbe l’economia sarda e il destino di tante imprese, di tanti lavoratori, disoccupati e precari.
Questo SI, care colleghe e cari colleghi, significherebbe lavorare per il bene della Sardegna, quindi risolvere i problemi che stanno alla base della nostra sudditanza coloniale, politica, economica e culturale, all’Italia e alle Multinazionali della globalizzazione.
Oggi non sta a me né ad altri, dare giudizi sulle assessore neo-nominate.Ognuno di noi nel momento in cui assume una responsabilità, sarà sua premura portarla avanti nel miglior modo possibile, con le competenze e la professionalità che fanno parte del proprio bagaglio culturale e politico.
Noto che persiste ancora qualche “carenza di genere” nella nuova Giunta Cappellacci, per la quale provvederemo a rivendicare giustizia.
Tuttavia, come ho ribadito in altre situazioni, P.Capellacci, le sue Giunte che hanno visto l’alternarsi di 30 assessori in poco più di due anni e la sua maggioranza di CD, sostenuta dalle “truppe coloniali”, hanno in modo diligente eseguito gli ordini che il governo amico di Berlusconi riservava alla Sardegna e fra questi ordini brilla lo “scippo e la farsa” della Vertenza sulle Entrate, per cui le ultime “elemosine” avute dal P. Cappellacci sicuramente non rappresentano una vittoria dei sardi, e ancor meno questa “elemosina” (poco più di un miliardo) può essere definita un sussulto o l’esercizio di Sovranità dei Sardi in tema di politica fiscale con lo Stato italiano.
Troppe ombre hanno accompagnato gli atti politici-amministrativi delle sue Giunte Presidente! L’eolico, con i suoi strascichi giudiziari che hanno coinvolto anche dirigenti regionali è un campanello d’allarme sull’infiltrazione mafiosa e camorrista cui l’economia sarda è esposta (e non solo quella legata alle costruzioni sulle coste, che purtroppo è una vecchia piaga). Tutto ciò senza che la Politica, assumendosi la giusta responsabilità, abbia denunciato con forza ed espresso la volontà di bloccare questo fenomeno “economico-criminale” che distrugge le nostre economie.
Da questo punto di vista, la gestione del G8 di Berlusconi, Bertolaso e della “cricca”, sono un esempio da manuale su come avvengono scippi e truffe ai danni dei sardi e di tutti i contribuenti italiani, senza che sia stato garantito alcun tipo di controllo da parte della RAS.
A me non interessa tanto che il governatore abbia restituito la sua tessera al suo partito (Pdl).
Mi sembra invece interessante affrontare un altro tema: in Italia siamo di fronte al commissariamento di fatto, del Governo e nella fattispecie del governo di CD Berlusconi da parte delle Autorità monetarie internazionali europee. Dopo anni e anni di “allegra finanza” in cui si sono privilegiate le cricche, gli sperperi e gli amici, con i Fondi dello Stato Italiano e quindi dei contribuenti, anni in cui si è negata volutamente e colpevolmente la crisi dell’economia italiana, come se l’Italia fosse un’isola felice di prosperità nel mondo, oggi tutti i nodi sono arrivati al pettine, caro Presidente, e la “Finanziaria di lacrime e sangue” pagata principalmente dai ceti popolari, di piccola borghesia, di piccoli e medi imprenditori, sicuramente non è adeguata al disastro economico perpetuato da Berlusconi e
Tremonti, con l’appoggio di Bossi.
E’ di queste ore la richiesta di ulteriori “sacrifici” che stranamente non toccano rendite e privilegi della casta, compresa quella politica. Di fronte a questo scenario di disastri e di desertificazione economica e sociale, la Sardegna, in quanto anello debole e succube ai voleri altrui, è chiamata a pagare un conto salato per l’indebitamento che lo Stato italiano non ha maturato di certo in Sardegna, visti i tagli drastici sui diritti dei sardi (dall’istruzione, alla sanità, alla farsa dell’aggiudicazione della Tirrenia).
In Italia c’è pericolo reale di crollo istituzionale che verosimilmente si ripercuoterebbe anche in Sardegna. Di fronte a questa possibilità la classa politica sarda, che docilmente ha assecondato le scelte scellerate di Berlusconi, l’unica possibilità che avrebbe per non essere travolta dal crollo, è quello di prendere delle distanze immediate e momentanee da Roma e dall’Italia. Lei P. Cappellacci, si trova in questa situazione politica e con lei, altre forze politiche che qua in Sardegna sono responsabili di questo disastro.
In questa situazione non c’è cosa migliore, per aumentare la confusione, che proclamarsi “difensore dei diritti della Sardegna, perorare la causa dell’identità sarda, parlare di aumenti di quote di Sovranità, e in alcuni casi come ho sentito in quest’Aula, arrivare a dichiarazioni di Indipendenza…” –
Ovviamente tutti siamo consapevoli di essere su “Scherzi a Parte”.
La realtà è ben più tragica. Siamo di fronte a una classe politica compradora, che pur di continuare a lucrare politicamente ed economicamente sulla ricchezze dei sardi è disponibile persino a cambiare pelle e da “lupo italiano” diventare “agnello sardo”. Ma i sardi non cadranno in questa trappola trasformista, i pastori sono parte della genia dei sardi.
La Sardegna è una Nazione ricca di risorse, di donne e uomini intelligenti e paradossalemte è “povera”, perchè la Sardegna come l’Africa, è ricca di risorse economiche ma non è libera. Non è libera e non è indipendente né economicamente e ancor meno politicamente, mentre potrebbe esserlo.
Questo tipo di trasformismo sancisce il fallimento della classe politica locale che in 60 anni di Autonomia non ha saputo creare nessun tipo di coscienza nazionale sarda.
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale Indipendentista
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