La finanziaria di Cappellacci all’insegna dell’inganno
Ritengo molto grave e improponibile il dibattito sulla legge finanziaria oggi. Una legge assolutamente all’insegna dell’inganno portato in Aula, se vogliamo, anche abbastanza all’improvviso. Abbiamo avuto i testi ieri, senza che ciascuno di noi abbia avuto il tempo necessario per analizzare ed eventualmente emendarlo in tempi utili.
Non penso che affrontare oggi e con questa fretta la legge finanziaria significhi fare un favore ai sardi, ancor meno penso che si possa governare da qui al nuovo Consiglio regionale con una spesa in dodicesimi. Questa è una finanziaria frettolosa e fraudolenta, siamo di fronte a un classico “golpe istituzionale” dove i generali per garantire i loro eserciti sono disponibili a qualsiasi infrazione delle regole, sono disponibili a rimescolare le carte affinché sotto le voci più disparate avvenga prima della fuga dall’Avana del generale Batista la distribuzione dei favori ai propri prinzipales.
La cosa è ancora più grave perché ciò avviene a trenta giorni dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio e la richiesta di discussione e di approvazione veloce e indolore di questa finanziaria sa tanto di truffa sulla pelle dei sardi che vedono ancora una volta le proprie emergenze sacrificate sull’altare delle clientele, degli inciuci, delle botteghe di questo bel centrodestra. Questa prassi di una certa politica, purtroppo, è alla base del malcostume, della mancata trasparenza di atti amministrativi e contabili che stanno vedendo l’intera macchina regionale annaspare in mezzo alle questioni giudiziarie.
Prassi che al di fuori delle responsabilità personali ha generato, non da oggi ma da almeno trent’anni, un cancro che ha arricchito poche oligarchie politiche e impoverito un popolo. Questa prassi ha generato odio e disprezzo nei confronti di tutta la classe politica sarda, alimentando disprezzo e diffidenza nei confronti della stessa istituzione democratica.
La finanziaria al centro del dibattito oggi rispecchia fedelmente questo spirito. La finanziaria, che è l’asse principale su cui si sviluppano le politiche sociali, economiche e culturali della nostra terra non può essere affrontata alla cieca, a tradimento, in tempi ristrettissimi e ancor meno nel pieno della campagna elettorale. Questa maggioranza dell’astuto presidente Cappellacci ci vuole imporre la sua bottega, la bottega elettorale ai danni delle nostre collettività. Noi non ci faremo coinvolgere. Questa è solo una lista, una lista di clientele con nomi, cognomi e persino numero di scarpa, tanto per non sbagliare. Questa finanziaria dà il colpo di grazia alle nostre economie tradizionali, alle imprese, alla cultura, all’ambiente. Ribadisco che è solo una lista di clientele con nomi e cognomi per cui noi non ci saremo, la combatteremo e chiaramente voteremo contro.
L’INTERVISTA A VIDEOLINA
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CAPPELLACCI RECUPERI I 100 MILIONI DI SOLDI DEI SARDI “SCIPPATI” DALLA CRICCA DEL G8
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«Abbiamo necessità del recupero di risorse economiche per le università e tutti i temi che sono stati trattati in quest’Aula. Vorrei ricordare un appello che farei al Presidente Cappellacci: si costituisca parte civile al processo contro la “cricchetta” del G8 che si terrà a Roma il 20 gennaio. Abbiamo la possibilità di recuperare 100 milioni di euro che sono stati sottratti dalle casse sarde. Siamo in una situazione di emergenza per cui sollecitiamo tutti il Presidente perchè faccia il suo dovere».
CRICCA DEL G8 E SOLDI DEI SARDI
LA SARDEGNA DAL 2011 AL CENTRO DEL TRAFFICO DI ARMI
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«Vorrei ricordare che non è la prima volta che la Sardegna è al centro delle strategie e dei traffici di “rifiuti” di ogni genere. Già a luglio 2011 posi il problema al Presidente Cappellacci per quanto riguardava un traffico di armi da Santo Stefano verso direzioni sconosciute. Armi che viaggiarono su un traghetto passeggeri senza che questi venissero minimamente informati che a bordo viaggiavano con un carico spaventoso di armi. Vorremmo sapere dal Presidente che fine hanno fatto quelle armi, se ne è a conoscenza e, soprattutto, vorremmo consigliargli di smetterla di fare il normale cittadino dichiarando la contrarietà a questi traffici. Deve fare il Presidente della Regione, imporsi e chiedere conti al Governo italiano, oltre che a incrementare tutti i controlli nei nostri porti».
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