41 Bis: Quanto costano alla RAS?
La criminalità Internazionale importata nelle carceri sarde a spese dei Sardi.
Interrogazione Zuncheddu con richiesta di risposta scritta sulle modalità, i tempi e i costi a carico della RAS previsti per i detenuti in regime di 41 bis che verranno trasferiti nelle carceri sarde
Premesso che
– Oramai con cadenza ciclica sembra ripetersi l’allerta del trasferimento dei detenuti 41 bis in Sardegna, come accaduto alla fine dello scorso anno e nel mese di Marzo 2012, quando, oltre all’allerta che nel carcere di Uta e Sassari sarebbero stati trasferiti detenuti soggetti al regime 41 bis il Ministro Severino riproponeva l’ipotesi della riapertura del carcere di massima sicurezza nell’Isola dell’Asinara;
– Per l’ennesima volta si apprende dalla stampa sarda e italiana che il piano di riorganizzazione delle carceri già proposto dall’ex Ministro Alfano e adesso dal Ministro di Grazia e Giustizia del Governo Tecnico, Paola Severino, ripropone il progetto di portare in Sardegna i detenuti in regime di 41 bis, ovvero esponenti della criminalità mafiosa internazionale più pericolosa per scontare la propria pena nelle carceri isolane;
– nel territorio sardo sono in costruzione ben quattro carceri, numero che appare alquanto iniquo e non necessario rispetto a quanto previsto per le regioni italiane e contando il fatto che queste strutture saranno costruite soprattutto allo scopo di ospitare un notevole numero di detenuti 41 bis, compresi boss fra i più pericolosi dello scenario malavitoso internazionale (è trapelato, nonostante tutto sia ancora secretato, che dei 750 detenuti 41 bis in Italia ben il 20% saranno dirottati in Sardegna e risulterebbe che di questi un considerevole numero sarebbe destinato al solo Istituto di Bancali, in provincia di Sassari, mentre a Cagliari addirittura la percentuale si prospetterebbe superiore);
– si tratta di detenuti che devono essere sottoposti a strettissime e specifiche misure di sorveglianza e sotto massima sicurezza “[…] devono essere ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari” (legge 94 del 15 luglio 2009 all’art.2 della lettera f);
– ovviamente tali misure di sicurezza richiedono un notevole spiegamento di forze, strutture adeguate, sorveglianza costante che si differenzia da quella “ordinaria” a cui sono sottoposti i detenuti non sottoposti a tale regime, per non contare i notevoli rischi che tali presenze possono apportare al tessuto sociale del territorio che le accoglie;
Sottolineato che:
– in termini economici non è ancora dato sapere quanto la Regione Sardegna dovrà disporre per il trasferimento di tali detenuti riguarda i fondi stanziati esclusivamente a favore delle strutture che ospiteranno i detenuti in regime di 41 bis che verranno trasferiti in Sardegna non è dato sapere quanto , sono i finanziamenti approvati;
– dal CIPE, che infatti prevede lo stanziamento di oltre 30 milioni di Euro per le strutture destinate ai 41 bis: circa 15 milioni per la realizzazione del nuovo padiglione nel carcere di Uta e oltre 16 milioni per il carcere di Sassari;
Considerato che:
– I costi della sanità x i detenuti in regime di 41 bis sono a carico della RAS e quindi notevoli risorse delle casse pubbliche sarde saranno destinate per far fronte alle spese per cure, sorveglianza, trasferimenti, gestione delle strutture ad essi dedicate, personale altamente specializzato nella massima sicurezza e impiegato nelle strutture apposite solo ed esclusivamente per tali detenuti;
– da quanto risulta ad oggi la struttura in fase di ultimazione (sebbene fra numerose polemiche e proteste da parte del personale impiegato per i lavori di costruzione) a Uta, in Provincia di Cagliari, sono state adottate tutte le misure previste per:
1) un considerevole numero di stanze per ogni detenuto in regime di 41 bis, costruite seguendo tutte le rigide misure imposte;
2) n° 100 bagni (da quanto si apprende da fonti ufficiose), per i quali sono stati costruiti dei blocchi unici in acciaio, la cui realizzazione ha constatato spesa di circa 3500 Euro a pezzo, il che significa che sono stati spesi 35 mila euro per i soli servizi igienici;
3) la sorveglianza speciale per i detenuti sottoposti a questo regime, attraverso l’impiego del GOM (Gruppo Organizzato Mobile) specializzato per l’assistenza carceraria 41 bis;
4) la struttura che ospiterà il suddetto Gruppo Organizzato Mobile, che è stata costruita esternamente a quella dell’Istitutito Penitenziario, comportando così una ingente spesa ulteriore;
Tutto ciò premesso,
si interrogano il Presidente della Regione e gli Assessori competenti per chiedere:
– in quale percentuale la presenza dei detenuti in regime di 41 bis inciderà o ha inciso sulle spese della Amministrazione Regionale;
– in quale misura incideranno in particolare le spese sanitarie;
– se siano al corrente delle spese sostenute per:
1) la realizzazione della caserma esterna che ospiterà il Gruppo Organizzato Mobile,
2) la gestione dell’ala degli Istituti Penitenziari deputata all’accoglienza dei detenuti in regime di 41 bis;
3) eventuali trasferimenti in arrivo e in uscita di un detenuto in regime di 41 bis;
– se siano a conoscenza del numero esatto di detenuti in regime di 41 bis che saranno trasferiti dalle carceri italiane a quelle sarde;
– se abbiano previsto particolari misure per prevenire ed evitare la possibile “contaminazione” del tessuto sociale dei territori che ospitano tali presenze.
Cagliari, 02 Agosto 2012
Claudia Zuncheddu
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