2015 – l’augurio che viva la speranza con il maestro Simone Pittau e Giovanni Casula
Anche stavolta, alla fine dell’anno, ci siamo scambiati gli auguri timidamente, giusto per il diritto al sogno. L’Alba del 2015 non può che sorgere all’insegna della speranza di un futuro migliore per noi sardi.
Una speranza arriva dai nostri giovani in giro per il mondo. Sono loro le nostre risorse più preziose su cui investire il futuro della Sardegna. Spesso sono giovani talenti, creativi e scienziati, costretti a fuggire dalla nostra Terra, lasciandola ancora più impoverita anche culturalmente.
Per tale ragione salutiamo il Nuovo Anno con due giovani, straordinari simboli della genialità sarda.
Il maestro Simone Pittau, che con i suoi pochi mezzi e grandi sacrifici, è riuscito a scalare le vette più alte della musica. Un talento che crede nelle sue radici e torna nella propria Terra, per riscoprirla ancora una volta sorda e indifferente. Non basta il suo percorso artistico ai massimi livelli internazionali, come Primo Violino della prestigiosa Orchestra di Ennio Morricone o come direttore giovanissimo, della London Symphony Orchestra. Ma non basta alla Sardegna ascoltare le sue performances e vivere profonde emozioni, non le basta conoscere quanto nel mondo il nostro artista sia amato e apprezzato.
Un’altra speranza per noi sardi sorge all’Università di Varsavia, che ospita un altro giovanissimo sardo. E’ Giovanni Casula, poco più che ventenne, studioso di economia e matematica, già autore, con Beatrice Venturi, di “Fondamenti di matematica per le scienze economiche, aziendali e finanziarie”. Un testo rivolto agli studenti e già adottato dall’Università. Un curriculum da studioso raffinato, così ricco e così brillante da apparire addirittura inverosimile per la sua giovane età.
Giovanni Casula e Simone Pittau sono simboli delle numerose giovani eccellenze sarde che hanno dovuto lasciare la propria Terra dove ogni spazio e ogni mezzo per esprimere la loro genialità e la loro creatività gli è stata preclusa.
Quale maleficio toglie alla Sardegna l’orgoglio di sentire propri i suoi figli, di curare le loro potenzialità, sostenendoli come preziose risorse del suo patrimonio? Quale maleficio induce la Sardegna a non aprire le porte ai suoi figli, neppure quando ormai “grandi nel mondo”, tentano di tornare richiamati semplicemente dalle radici?
E’ la malattia dell’insolenza, dell’inadeguatezza, dell’ingordigia e dell’impunità di un sistema e di una classe politica spregiudicata, succube e compradora che domina con violenza e inganno la Sardegna e i suoi figli, in nome di interessi a tutti noi estranei.
Simone Pittau e Giovanni Casula, sono il mio miglior augurio di Buon Anno per tutti noi sardi.
Claudia Zuncheddu
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